Napoli – “Tra il 2018 e il 2025 dei circa 105.000 medici specialisti attualmente impiegati nella sanità pubblica ne potrebbero andare in pensione circa la metà: 52.500”. E’ questo l’allarme lanciato dalla Anaao Assomed dopo lo studio sulla programmazione del fabbisogno di personale medico regionale (proiezioni per il periodo 2018-2025), curve di pensionamento e fabbisogni specialistici nelle singole Regioni italiane.
“Un esodo biblico – scrive l’Assomed – che richiede interventi immediati e fortemente innovativi per attenuarne le conseguenze sulla quantità e qualità dei servizi erogati ai cittadini”. Per i dirigenti medici “è a rischio la qualità generale del sistema perché la velocità dei processi in atto non concederà il tempo necessario per il trasferimento di conoscenze dai medici più anziani a quelli con meno esperienza alle spalle”.
Nel periodo 2018-2025 l’analisi delle curve di pensionamento e dei nuovi specialisti dà come risultato la mancanza di circa 16.700 medici (con un margine di errore del 5%). “Le carenze più elevate – scrivono ancora dirigenti medici – si osservano in Piemonte e Lombardia al Nord (2004 e 1921, rispettivamente), Toscana al Centro (1793 medici), Puglia, Calabria e Sicilia al Sud e Isole (1686, 1410 e 2251, rispettivamente). Nessuna regione, con l’eccezione del Lazio, ma non in tutte le discipline, sarà in grado di soddisfare il disavanzo netto determinato dalla fuoriuscita di specialisti, accelerata dall’entrata in vigore di Quota 100”.
In tutte le regioni mancheranno medici anestesisti e rianimatori, chirurghi generali, internisti, cardiologi, ma anche ginecologi, psichiatri e ortopedici. Le specialità più carenti saranno però la medicina d’urgenza e la pediatria, che presentano mancanza di personale in quasi tutte le regioni.
Per la Campania, il saldo tra neospecialisti e medici in uscita dal SSR entro il 2025 è negativo di 1090 unità. Le carenze maggiori riguardano l’emergenza/urgenza con 800 medici, pediatria con 278, chirurgia generale con 129, medicina interna con 119, ortopedia con 98, cardiologia con 69 e anestesia con 43 medici. Anche in Campania, così come in Lombardia, il fabbisogno dichiarato dalla regione è maggiore rispetto al fabbisogno reale fino al 2025 in quasi tutte le specialità, tanto da sembrare ingiustificato soprattutto in alcune branche come anestesia e rianimazione (surplus stimato di 321 medici al 2025), chirurgia generale (+138), geriatria (+242), fisiatria (+129), oncologia (+132), radiodiagnostica (+288), radioterapia (+165). Come nel Lazio, nei fabbisogni c’è una grave sottostima del deficit di medici dell’emergenza-urgenza e dei pediatri.
“Appare privo di senso – conclude l’Assomed – il finanziamento di contratti specialistici regionali aggiuntivi a “pioggia” in branche che non solo non saranno in deficit, ma addirittura saranno in surplus di specialisti, come la chirurgia plastica (6 contratti/anno), endocrinologia e medicina legale (3 contratti/anno cadauno), gastroenterologia (4 contratti/anno), fisiatria, medicina legale e medicina nucleare (2 contratti/anno cadauno). Nonostante sia la regione che in Italia finanzia più contratti aggiuntivi (105), tale sforzo appare quantomeno inutile ai fini del ripianamento del deficit di specialisti nelle branche più in sofferenza. D’altro canto, suscita una certa impressione confrontare i numeri di contratti MIUR per specialità: medicina d’emergenza-urgenza, branca che andrà in gravissima sofferenza, ha 10 contratti statali/anno, ma viene superata da specializzazioni come fisiatria (12) e radioterapia (12), in questa regione entrambe in surplus di specialisti al 2025).”
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