Salerno – “17 misure cautelari di cui sette in carcere, cinque arresti domiciliari e cinque obblighi di dimora con presentazione davanti all’Autorità giudiziaria”. Il Procuratore della Repubblica Corrado Lembo chiarisce i contorni della importante operazione antidroga realizzata dalla Squadra Mobile della Questura di Salerno (presente la dirigente Cinciotti) su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia (presente il Pm Alfano) che ha fatta propria l’indagine avviata dalla Procura (presente il Pm Fittipaldi). L’operazione consente di (ri)sgominare una importante organizzazione salernitana capeggiata dalla famiglia D’Agostino. “L’indagine – continua Lembo – ha inciso sull’organizzazione a delinquere finalizzata allo spaccio di cocaina e hashish che faceva capo a Ciro D’Agostino, fratello di Giuseppe ed Antonio, persone attualmente detenute per omicidio ed associazione camorristica”.
I particolari: “L’indagine ha avuto un inizio singolare: una persona si è costituita stanca della vita dello spacciatore e, probabilmente, non in grado di gestire i problemi interni all’organizzazione in cui era coinvolta. Egli ha consegnato un consistente quantitativo di droga ed ha confessato la propria partecipazione all’organizzazione. Sono partiti gli appostamenti e non sono mancati i sequestri di sostanza stupefacente, una decina in tutto, tra cui un chilo di cocaina ed è stata acquisita la prova dello spaccio nei quartieri di Pastena, Mercatello e Fratte con nascondigli in zone ben precise del Comune di Pellezzano. I riferimenti di droga avvenivano prevalentemente nell’hinterland napoletano”. Lorena Cinciotti, dirigente Squadra Mobile: “Determinanti per le indagini e per la ricostruzione dei movimenti degli uomini dell’organizzazione sono state le intercettazioni telefoniche e le immagini delle telecamere di videosorveglianza della città”. Il Pm Fittipaldi: “Zio Ciro indica al nipote, Raffaele D’Agostino, l’area di spaccio da gestire; il ‘mantenimento’ delle famiglie dei carcerati a pene detentive ventennali: sono due tra gli elementi più significativi a riprova delle continuità, attraverso le nuove generazioni, dell’ascendente malavitoso della famiglia D’Agostino”. I collegamenti con i clan dell’hinterland napoletano “sono oggetto di indagine” chiude, ermetico, il Pm Alfano.