Pd Campania nel pantano: “Serve un garante nazionale”

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Congresso sì, congresso no. Commissariamento sì, commissariamento no. In più, il rapporto con il governatore De Luca è a dir poco burrascoso: il pd Campania è precipitato nel caos. “De Luca interpreta una parte significativa del pensiero e del sentimento di chi vota Pd” dichiara Venanzio Carpentieri, segretario provinciale Dem. “E’ necessario ristrutturare in maniera sempre più solida e stringente il rapporto tra l’amministrazione regionale e il partito nelle sue diverse articolazioni”.

Intanto, però, nessun passo in avanti dalla riunione di oggi pomeriggio per le adesioni al congresso provinciale. Il vero problema è, quindi, che l’unità non c’è ed è il motivo per il quale il partito rischia il commissariamento. Sono i renziani a cercare lo scontro. A chiedere la sospensione del congresso a Napoli e la nomina di un garante nazionale non è la minoranza Orlando, ma la componente renziana Martina-Orfini.

Il segretario Pd avrebbe avanzato l’ipotesi di Claudio De Vincenti, ministro per la coesione territoriale e il Mezzogiorno, come commissario per via dei buoni rapporti del ministro con tutte le correnti interne al partito.

Ma la partita è ancora tutta da giocare anche se gli esponenti della corrente Orlando chiedano che venga trasferita alla Capitale. “Il pd è ancora una volta vittima della tracotanza e irresponsabilità dei gruppi dirigenti – affermano – tutti espressione diretta del renzismo. La vicenda napoletana non può non essere più presa in considerazione dai vertici nazionali, che avevano già promesso il lanciafiamme e poi hanno messo la polvere sotto al tappeto”.

Nella bufera che attraversa il partito, però, nasce ancora una vecchia questione: le tessere false. A sporgere denuncia sono gli orlandiani. A fuorigrotta un ex consigliere di centrodestra avrebbe fatto una cinquantina di tessere Pd, a Pompei ci sarebbero stati decine di tesseramenti sospetti. A Giugliano si sarebbero iscritti al partito “personaggi” vicini al sindaco.

Ma oltre il danno c’è la beffa. Perché per vigilare sulle iscrizioni sarebbero necessari i membri della Commissione di garanzia e l’ufficio adesioni. Proprio quelli che non sono stati ancora nominati. Di questo passo non si caverà mai un ragno dal buco.

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