Roma – E’ il giorno della prima udienza per l’inchiesta che vede implicate Avellino e Catanzaro. Le due società sono chiamate a rispondere della presunta combine della stagione 2013. Nelle scorse settimane i due club sono stati deferiti per responsabilità diretta e oggettiva. “Siamo consapevoli della richiesta che la procura avanzerà, ma siamo pronti a portare a casa il massimo risultato”. Ha spiegato il legale dell’Avellino, Eduardo Chiacchio.
LE RICHIESTE: Walter Taccone presidente dell’Us Avellino la richiesta è stata di 5 anni di inibizione dalle cariche federali e 70mila euro di ammenda. ” Vincenzo De Vito direttore sportivo del club biancoverde chiesti 4 anni di inibizione dalle cariche federali e ammenda di 60mila euro. Giuseppe Cosentino presidente del Catanzaro ai tempi chiesti 5 anni di inibizione e 90 mila euro di ammenda (70 mila per l’illecito sportivo e 20 mila euro per i pagamenti in nero ai suoi tesserati). Armando Ortoli, ex direttore sportivo del club calabre, la Procura Federale ha chiesto 4 anni di inibizione e 60 mila euro di ammenda. Andrea Russotto ex calciatore del Catanzaro chiesti 3 anni di squalifica e 50 mila euro. Marco Pecora ex dirigente del club calabrese chiesti 6 mesi di inibizione e 30 mila euro di ammenda per omessa denuncia.
Per l’Us Avellino chiesta la retrocessione diretta all’ultimo posto e tre punti di penalizzazione da scontare nel prossimo campionato 2018/2019. Alla pari del club biancoverde chiesta la medesima pena anche per il club calabrese.
Ad intervenire a favore del club irpino è l’avvocato Chiacchio: “Per una richiesta del genere non è stato convocato nessun calciatore dell’Avellino. . Non esistono riscontri oggettivi dei soggetti che avrebbero attuato la combine. In riferimento anche al caso Doni dell’Atalanta, chiedo il proscioglimento dell’Us Avellino”.