Indossarla è ormai diventata un’abitudine, oltre a rappresentare una necessità per la salute. La mascherina è entrata a far parte della nostra quotidianità da quasi un anno. Ma quando potremo finalmente toglierla? Per farlo in maniera definitiva bisognerà ancora attendere parecchio, qualche concessione potrebbe invece essere prevista a partire dalla prossima primavera. Molto dipenderà dalla curva dei contagi e dalla capacità di vaccinare quante più persone possibili.
“Mascherina all’aperto? Via magari in primavera ma solo dopo aver vaccinato moltissime persone“, è l’auspico di Pierpaolo Sileri. “Per poterla buttare dovremo essere sicuri di aver vaccinato moltissime persone. Quando l’avremo fatto e quando i numeri saranno migliori, magari in primavera, credo che la mascherina all’aperto, quando siamo da soli, potremo evitare di metterla“.
“Il freno a mano andrà tolto quando avremo vaccinato, oltre agli operatori sanitari anche tutti gli anziani“, ha proseguito il viceministro alla Salute, intervenuto a Radio Cusano Campus durante la trasmissione L’Italia s’è desta, “progressivamente la comunità deve tornare alle normali attività. I ristoranti potranno riaprire la sera, potremo andare a cinema e a teatro, ovviamente con le regole che sono state stabilite“.
Buone notizie, se non fosse per le varianti del covid-19 che continuano a spuntare in giro per il mondo. “Sono diverse, in alcuni casi non determinano nessun problema in relazione al vaccino, come accaduto per la variante inglese“, è il pensiero di Sileri, “in altri casi potrebbero essere molto più brave a difendersi dal vaccino, che può essere riprogrammato. Possono servire dei mesi, o meno, ma questo non possiamo saperlo finché non si incontra la variante. Nella stragrande maggioranza dei casi queste varianti non influenzano il vaccino“.
La variante inglese non sembra dunque impensierire il viceministro. E’ di tutt’altro parere in merito Walter Ricciardi. “Sono preoccupatissimo per la variante inglese che sta mettendo in ginocchio il Regno Unito e si è già diffusa in 60 Paesi incluso il nostro con le scuole come luogo importante di trasmissione“, sono i timori manifestati dal professione all’Adnkronos Salute, “le misure sono necessarie e sufficienti, le mascherine vanno usate in modo appropriato. Le chirurgiche non proteggono completamente chi le porta, le Ffp2 sì, quelle di stoffa evitano solo fuoriuscita di droplet“.
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