E’ diventato un fenomeno sociale importante e radicato nel tempo: stiamo parlando delle migrazioni e del pendolarismo del personale docente nelle scuole italiane. Le più penalizzate sono le insegnanti di Campania, Sicilia e Basilicata.
Per la prima volta questa tematica viene affrontato a livello scientifico nella ricerca “In cattedra con la valigia. Gli insegnanti tra stabilizzazione e mobilita. Il Rapporto 2017 sulle migrazioni interne in Italia“. Il volume è stato curato da Michele Colucci e Stefano Gallo dell’Istituto di studi sulle società del Mediterraneo del Cnr.
Da dove vengono e dove si dirigono gli insegnanti migranti? Quali sono le cause di questa mobilità, come viene vissuta, in che modo le modifiche legislative l’hanno cambiata? I ricercatori rispondono a queste domande con un approccio interdisciplinare che cerca di superare l’ottica emergenziale.
L’importanza del comparto scuola nella composizione del mercato del lavoro è sempre più significativa: nell’anno scolastico 2016-17 gli insegnanti sono 855.829, l’11,8% in più rispetto a cinque anni prima. Per quelli non di ruolo le zone di maggiore emigrazione sono Basilicata, Sicilia e Campania, mentre le regioni più attrattive sono Toscana, Piemonte e Lazio: il flusso più consistente va dalla provincia di Napoli a quella di Roma, e dalla Sicilia verso le zone di Milano e Torino, spiega Colucci.
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