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Incendi in tutte le province: i rifiuti della Campania bruciano sotto i colpi della criminalità

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Lo scorso anno la Regione Campania venne investita da una vera e propria emergenza incendi. A bruciare ettari di foreste e boschi presenti in tutti e cinque i territori provinciali con particolare riferimento alle aree del Cilento, dell’Irpinia, passando per il Sannio e il Parco Nazionale del Vesuvio. Nel 2018, invece sono stati e continuano ad essere preoccupanti, un altro tipo di roghi; parliamo delle fiamme che dalla primavera del 2018 stanno “invadendo” discariche dismesse e STIR (Stabilimento di Tritovagliatura ed Imballaggio Rifiuti) in tutto il territorio regionale.

La notte passata, l’ultimo di una lunga serie di episodi avvenuti negli ultimi 6 mesi. Parliamo dell’incendio sviluppatosi nello Stir di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. L’impianto per il trattamento della frazione indifferenziata stanotte ha preso fuoco con fiamme altissime che hanno fatto giungere sul posto squadre dei Vigili del Fuoco anche dal Lazio. Il presidente della Gisec, società della Provincia di Caserta che gestisce lo Stir, Fulvio Fiorillo, sulla matrice del rogo ha fatto già capire che propende per l’ipotesi dolosa.
 “Aspettiamo gli accertamenti dei Vigili del fuoco, ma sin da ora posso dire che sarebbe strano se il rogo non fosse doloso”. Una settimana fa era andato a fuoco lo stabilimento Lea a Marcianise, non molto distante dal luogo dell’incendio.

Dalla provincia di Caserta passiamo a quella di Napoli. Il 25 luglio le fiamme divampano dall’impianto Stir di Caivano, zona Pascarola. Un’enorme coltre di fumo si alzò su tutta la zona dalla struttura della Di Gennaro Spa che andò completamente in fiamme rendendo l’aria irrespirabile con centinaia di chiamate dei cittadini disperati costretti a chiudersi in casa. In quei giorni gli inquirenti della Procura di Napoli Nord  aprirono subito un’inchiesta per incendio colposo.

Continuando ad andare a ritroso nel tempo arriviamo alla notte del 24 giugno. Intorno alla mezzanotte un vasto incendio divampò presso l’azienda Nappi Sud, opificio impegnato nel trattamento dei rifiuti, alla zona industriale di Battipaglia. Le fiamme, alte quasi 50 metri, illuminarono finanche l’Autostrada Salerno-Reggio Calabria e oltre a generare esplosioni che rischiarano di compromettere anche le aziende confinanti. Gli abitanti della zona furono costretti a rintanarsi nelle proprie abitazioni per evitare che venissero invase dai fumi tossici. Sul posto Vigili del fuoco lavorarono notte e giorno per domare il rogo.

Appena quattro giorni prima toccò alla provincia di Avellino fare i conti con il “fenomeno” degli incendi  Stir. E’ l’impianto di trattamento rifiuti dell’azienda Dentice Pantaleone, in via Nazionale a Montefredane, ad andare in fumo. Nella zona industriale di Pianodardine l’odore acre, trasportato dal vento arrivò fin sui balconi di alcune abitazioni. Anche in questo caso l’ipotesi dolosa prese rapidamente piede accompagnato dalle preoccupazioni di associazioni ambientaliste e dei sindacati come la Cgil: “Fatti come questo – se confermata la natura dolosa, rafforzano il sospetto che nel comparto dello stoccaggio, del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti si annidano ancora troppe ombre. Allora, chiediamo che la stessa premura che giustamente è posta nelle ricognizioni presso le strutture pubbliche sia usata anche per le strutture private ovvero nell’intero ciclo dell’immondizia”.

Infine Benevento con i diversi incendi divampati allo Stir di Casalduni, dissequestrato qualche giorno fa. Il primo del 2018 è datato 6 aprile, il secondo è più recente. Il 23 agosto le scene purtroppo già viste e commentate: fiamme alte e odore acre e pungente, tonnellate di rifiuti stoccati in “ecoballe” che bruciano, i Vigili del Fuoco al lavoro notte e giorno per domare l’ennesimo rogo tossico.

Oltre alle fiamme e alle ipotesi dolose, cinque incendi che hanno diverse altre cose in comune: la condanna e la rabbia dei cittadini, lo sdegno e la corsa allo scarico delle responsabilità da parte delle Aziende e delle istituzioni, le indagini spesso rimaste tali senza dare nomi e volti ai possibili colpevoli e infine quel senso di impotenza di uomini e donne costretti a dover vivere col terrore e la consapevolezza che l’aria e la terra delle nostra Regione sono costantemente sotto attacco.

L’ennesimo punto sulla situazione sarà fatto quest’oggi quando il ministro dell’Ambiente Sergio Costa effettuerà un sopralluogo presso il maxi impianto Stir di Santa Maria Capua Vetere in fiamme ieri sera e parteciperà al Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza presso gli uffici della Prefettura di Caserta, al quale prenderà parte anche la Regione. Obiettivo, anche questa volta: “valutare la situazione su questa nuova escalation criminale sul fronte dei rifiuti”. Subito dopo la notizia dell’incendio lo stesso Ministro ha scritto, dal suo profilo social, parole dure che confermano il disegno criminale in atto: “Siamo sotto attacco. Il territorio lo è. Tutti noi cittadini lo siamo – un altro incendio, sempre più grande, sempre nello stesso territorio. E sempre in un impianto di stoccaggio di rifiuti. Quello che abbiamo ipotizzato e che abbiamo cercato di fermare mettendo i siti in una lista ad hoc, di siti sensibili, presso le prefetture, come sorvegliati speciali, ecco non basta. C’è una precisa strategia criminale in atto ed è arrivato il momento che non solo il Ministero dell’Ambiente scenda in campo, come ha fatto dal primo giorno e continuerà a fare ogni giorno, ma tutto il governo sia presente con tutti gli strumenti a disposizione.”

Battipaglia

 

Santa Maria Capua Vetere
Caivano

 

 

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