Napoli – Plauso del sindaco Luigi de Magistris all’apertura arrivata dagli States in favore della comunità Lgbt: «Ancora una volta New York si dimostra una delle città più avanti in materia di libertà e diritti civili». Con queste parole il primo cittadino commenta la decisione presa a New York di poter inserire la “x” per designare il proprio sesso, oltre a quelle tradizionali di maschio e femmina, sui documenti di identità.
Sulla vicenda de Magistris non sembra aver alcun dubbio: «Credo che il messaggio potente che viene dato – commenta l’ex pm – è che esistono le persone. Per troppi anni si è fatto il grave errore di parlare solo di uomini e non di donne. Poi, grazie soprattutto alle lotte dei movimenti femministi, ora si parla di uomini e donne. È ancora poco, perché si esclude». De Magistris ricorda che «ci sono le comunità Lgbt, le trans, persone che possono avere le identità sessuali più differenti. È giusto che chi ha la consapevolezza, a un certo punto della propria vita, di avere una specifica identità, possa scegliere nella più grande libertà qual è l’identità che vuole inserire nel documento d’identità. Ripartiamo dalle persone, tutte differenti l’una dall’altra». Il numero uno di Palazzo San Giacomo, intervenendo alla tavola rotonda sull’eccidio dei carabinieri alla stazione Porto di Napoli, la strage consumata dai nazisti il 13 settembre 1943, appena pochi giorni prima delle Quattro Giornate, ha poi affermato: «Le Quattro Giornate sono l’orgoglio della nostra città, ma non si tratta solo di un esercizio di memoria storica. Bisogna ricordare quei giorni per capire quanto orrenda fu l’oppressione nazifascista e come la storia, in forme diverse ma altrettanto orrende, si possa riproporre. Di questi tempi – ha aggiunto de Magistris – viviamo alcune similitudini con quel vento che portò prima al fascismo e poi ancora di più ai crimini del nazifascismo. Non sottovaluto affatto quello che si ascolta e si respira, in Italia come in Europa. Ci sono delle similitudini che non vanno sicuramente sopravvalutate né bisogna trarre delle conclusioni affrettate, ma neanche sottovalutate. Bisogna impegnarsi perché quei valori scritti con il sangue nei primi 12 articoli della Costituzione nata dalla resistenza al nazifascismo possano vivere nei cuori, nelle menti e nella lotta quotidiana di ogni cittadino».
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