“Se De Luca si candida alla segreteria del Pd contro Letta fa bene. Servono persone pragmatiche. Serve il riformismo. E i Democratici non possono rimanere vittima del populismo di Grillo”.
Giulio Di Donato, 73 anni. Sotto la foto-profilo di Facebook ha annotato: avvocato, giornalista, vicesindaco di Napoli con Valenzi, deputato, vicesegretario del Psi con Craxi.
Evidentemente, non c’era spazio per aggiungere l’ultima carica che ricopre: presidente dell’associazione Riformismoggi. La stessa che domani ha organizzato un dibattito sulle periferie napoletane con Antonio Bassolino, Sergio D’Angelo, Alessandro Di Ruocco (presidente dei giovani Industriali di Napoli), Apostolos Papais (presidente della Municipalità di Scampia) e Marcello Lala (segretario di Riformismoggi).
Di Donato, come sta il riformismo?
“Non in grande forma. Cerchiamo una cura: ci sono troppi galli a cantare”
Ora c’è anche lei con Riformismoggi.
“Presenteremo una lista alle prossime elezioni comunali di Napoli”.
Ma lei ha detto che vorrà rimanere dietro le quinte.
“Il mio l’ho fatto. Secondo me, quelli della mia generazione devono contribuire in maniera diversa. Si deve lasciare spazio a volti e idee nuove. Noi possiamo solo dare una mano”
L’ha detto a Bassolino?
“E’ una condotta che faccio valere per me. Però, sa cosa?”
Prego.
“Bassolino ha avuto coraggio. E se non ci sono idee nuove e volti credibili, a volte è meglio l’usato sicuro”
Proprio nulla di nuovo sotto al sole?
“Bisogna dare una nuova dimensione politica, una nuova organizzazione e una nuova prospettiva al riformismo”.
Sta facendo l’identikit di un partito.
“Noi pensiamo a una federazione di associazioni e circoli il cui primo passo deve essere una ricognizione delle forze in campo e il secondo metterle attorno a un tavolo”.
Già c’è il tavolo dei 18 del Pd e del Movimento 5 Stelle da una parte. E quello del centrodestra dall’altro.
“Noi vogliamo essere un terzo polo. E magari andremo a vedere le loro carte. Ma da una parte scorgo un centrodestra frastagliato. E dall’altra un centrosinistra inconcludente, con la grillizzazione del Pd che sembra avallare anche Letta”
Bisogna cambiare passo.
“Napoli è una città ferma da più di dieci anni. De Magistris l’ha resa una macchina arruginita: ha vissuto di fantasia. E ora, per farla ripartire, ci sarebbe bisogno di un sindaco pragmatico, deciso: un manager, un riformista”.
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