Non vuol fondare un quarto polo, solo confrontarsi con gli ex democristiani. Rispetto a quanto annunciato nei giorni scorsi per presentare l’incontro, “La necessità di una coalizione popolare”, Ciriaco De Mita, al momento del confronto, dopo aver incassato alcuni “No, grazie”, aggiusta il tiro. Gli ex democristiani, come Paolo Cirino Pomicino, ci sono comunque, ed anche gli ex socialisti come Fabrizio Cicchitto, oggi di Alternativa Popolare. Si vedono in sala tanti amministratori locali di piccoli Comuni che, se non son la vecchia Dc, bene o male, rappresentano il centro o almeno, dice il sindaco di Nusco, quella Margherita che «diventò il primo partito in Campania».
Si rivolge ora ai giovani: «Siete troppo legati al presente. Inventate una via d’uscita dal pantano, dalla palude che ha creato Renzi, non rassegnatevi come hanno fatto alcuni». Ringrazia il segretario dem per avere «reciso la radice Ds». E bacchetta gli ex democristiani del Pd: «Non parlano, sono muti, non so se sono vivi o morti. Quando parlano ripetono solo cose già decise. Io non cerco di risvegliarli ma il Pd è fatto da una persona, la classe dirigente che segue Renzi è senza parola. Lui pretende di dettare. Avrebbe dovuto fare la cosa che aveva detto: non vinco e allora vado a pensare, invece siccome questa legge elettorale non è andata bene, lui se ne inventa un’altra, leggo che ora vuole farla con Pisapia».
De Mita salva il M5s: «Raccoglie un disagio anche legittimo della classe media. Se farei un confronto con Grillo? Se si potesse ragionare sì e gli ricorderei che quando recitava era un grande attore e quando Craxi tentò di ridurgli lo spazio in televisione io lo difesi».
Se si va al voto, va bene, per il presidente dell’Udc, un sistema proporzionale con premio: «Risolverebbe il problema. Si registrano le opinioni e siccome siamo vicini a maggioranze possibili, se un gruppo supera una certa soglia gli si dà la spinta per il traguardo. La legge elettorale è un mezzo, non un fine. Le leggi elettorali sono come i vestiti su misura, bisogna farlo sula dimensione del corpo, chi ne discute come strumento salvifico è un mestierante. Questa legge, che non si capisce se è saltata o meno, era fatta per far vincere quattro gruppi».
Cicchitto è d’accordo: «C’è la necessità di coprire un vuoto politico che esiste tra il centro-destra e il Pd. C’è un’esigenza di costruire uno schieramento di componenti cattoliche, laico, liberali e riformiste che copra questo spazio ai fini anche della governabilità».
Pomicino pure ci sta: «Voglia di Dc? C’è tanta voglia di stabilità politica da un lato e dall’altro di recuperare le identità politiche che governano l’Europa intera».
Dalla sede nazionale di Ap, Angelino Alfano annuisce: «Noi non togliamo il piede dall’acceleratore di un soggetto nuovo di moderati, liberali e popolari: continuiamo a ragionare su questo come si andasse a votare a settembre. Oggi a Napoli c’è una iniziativa organizzata da De Mita alla quale siamo presenti con Cicchitto e Gioacchino Alfano».
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