Covid, Acanfora: “Trentenni in terapia intensiva. Famiglie siano più attente”

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Scafati (Sa) – Si chiama Marinella Acanfora, ha maturato a Salerno la propria formazione professionale che l’ha portata, oramai da anni, ad essere il riferimento del reparto di rianimazione e terapia intensiva dell’Azienda Ospedaliera Cotugno di Napoli nel ruolo di coordinatrice degli infermieri.

Parlare con lei di Covid è come scoperchiare il vaso di Pandora. Lei, che il virus lo guarda in faccia ogni giorno, afferma: “Non è assolutamente vero che il numero dei positivi sale in base al numero di tamponi effettuati. I bollettini sono tutti pubblicati. Rileggeteli tutti”. Durante il lockdown nel suo reparto iniziarono a scarseggiare le forniture dei dispositivi di protezione individuale. Racconta: “Ero allarmata. L’evoluzione avrebbe potuto essere drammatica. Dovevo parlare con il Governatore. Recuperai il numero del Consigliere Franco Picarone. I DPI arrivarono. Da allora, per un lungo periodo, ogni sera lo aggiornavo sulle evoluzioni”.

Nacque una sincera stima che produsse la recente candidatura alle regionali. Ma questa è già un’altra storia. “Al Cotugno – continua – sono stati fatti tamponi soprattutto a ragazzi che si sono autodenunciati. Nessuno li aveva invitati. Il dato drammatico e che l’età si è abbassata. Ragazzi del 1992-1991-1990. Sono ricoverati sintomatici e sono proprio loro che portano ai nonni e alle persone con difficoltà il virus che poi porta alla terapia intensiva. Le famiglie devono collaborare. Troppo relax tra i ragazzi e non parliamo di ragazzini. Sono trentenni!”. 

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