Dopo qualche settimana di stop torna alla ribalta il caso Consip, l’inchiesta che ha fatto tremare i palazzi, confuso l’opinione pubblica e fatto indignare almeno la metà del Paese. Cosa sta succedendo?
LA NOTIZIA – La novità di oggi è che per la seconda volta il pm napoletano Henry John Woodcock, primo magistrato ad aprire un’indagine sulla centrale acquisti della pubblica amministrazione, è indagato per falso dalla Procura di Roma. Secondo i giudici romani il pm avrebbe indotto l’ex capitano del Noe, Gianpaolo Scafarto, a predisporre un capitolo dell’informativa Consip, pur essendo al corrente che fosse non veritiero.
Il caso è tornato alla ribalta dopo l’audizione della procuratrice di Modena Lucia Musti presso il Consiglio Superiore della Magistratura. Le dichiarazioni del pm modenese fanno pensare che alcuni carabinieri coinvolti nell’indagine avessero l’obiettivo di trovare reati a carico di Matteo Renzi, passando attraverso suo padre Tiziano. Questi carabinieri sarebbero l’ex capitano del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri Giampaolo Scafarto e Sergio De Caprio, ovvero Il “Capitano Ultimo” colui che fu a capo della squadra che catturò Totò Riina. Di Scafarto avevamo già sentito parlare a proposito delle intercettazioni manipolate per mettere nei guai Tiziano Renzi.
LE DICHIARAZIONI DEL PM MODENESE – L’audizione del pm modenese Lucia Musti è avvenuta il 17 luglio presso la prima commissione del CSM, presieduta da Giuseppe Fanfani. Secondo la Musti, che aveva avuto modo di conoscere Scafarto e De Caprio quando si occupò dell’inchiesta sulla coop CPL Concordia, una cooperativa incaricata di costruire i metanodotti verso le isole di Procida e Ischia. Secondo quanto avrebbe affermato il magistrato Woodcock avrebbe più volte, negli anni, lavorato con De Caprio e Scafarto. Il magistrato modenese ha descritto i due carabinieri come “spregiudicati…presi da delirio di onnipotenza”.
Musti ha poi raccontato che Scafarto avrebbe insistito più volte per vederla e durante il loro ultimo incontro avrebbe detto: “Lui mi ha parlato del caso Consip, un modo di fare secondo me poco serio, perché un capitano, un maresciallo, un generale sono vincolati al segreto col loro pm, non devi dire a me che cosa stai facendo con un altro. Quindi, quando lui faceva lo sbruffone dicendo che sarebbe ‘scoppiato un casino’, io dentro di me ho detto ‘per l’amor di Dio’. Una persona seria non viene a dire certe cose, quell’ufficiale non è una persona seria”.
IL RIASSUNTO DELLA VICENDA – Ora bisogna però fare un passo indietro. Cos’è l’inchiesta Consip? Quando nasce? L’indagine parte dalla Procura napoletana che riguarda l’assegnazione di appalti nella pubblica amministrazione. Tutto è iniziato con la gara d’appalto FM4 (Facility Management), del valore di 2,7 miliardi di euro, bandita da Consip nel 2014, che si occupa della fornitura di servizi di pulizia e manutenzione negli uffici pubblici. Dalle indagini dei pm della Dda Henry John Woodcock e Celeste Carrano emergono irregolarità nell’assegnazione di alcuni appalti come quello per il servizio di pulizia all’ospedale Cardarelli. Qui entra in scena l’imprenditore campano Alfredo Romeo, arrestato con l’accusa di corruzione perché avrebbe corrotto Marco Gasparri, dirigente Consip, consegnandogli in più occasioni somme di denaro per complessivi 100mila euro, per l’assegnazione dei lotti compresi nell’appalto FM4. Da qui, per competenza territoriale, l’inchiesta passa alla procura di Roma.
IL MINISTRO GRAZIANO DELRIO OGGI A NAPOLI – “Le notizie che giungono in merito al caso Consip sono davvero inquietanti e preoccupanti per la nostra democrazia. Credo che ci sia bisogno di stabilire la verità perché la democrazia vive solo se si stabilisce la verità dei fatti. Aspettiamo di vedere le verifiche ma certamente le notizie sono inquietanti”. Queste le parole del ministro Graziano Delrio parlando del caso Consip al 50esimo anniversario degli studi Acli.
ANGELINO ALFANO DA BENEVENTO – “Le istituzioni democratiche devono vivere con preoccupazione ed inquietudine quanto è emerso nella vicenda Consip. Credo che bisogna andare fino in fondo per capire che cosa è davvero successo: se c’era qualcuno dietro, e chi ha agito per conto di chi”. Così il ministro degli Esteri Angelino Alfano alla festa di Ap. “Bisogna capire tutto – ha concluso – perché in ballo non c’è il destino di un persona o di una famiglia ma la tenuta delle istituzioni democratiche”.