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Canapa indiana, perchè è giusto che sia legale

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Il referendum per legalizzare la cannabis e i suoi derivati è sempre attuale. Non è una moda che segue certi tempi, ma una esigenza di cui tante persone sentono il bisogno. Ormai si trovano informazioni un po’ ovunque, specie online su siti specializzati sull’erba legale come Canapaboom.com, dove vengono dedicate anche pagine intere all’argomento e alla valorizzazione dei prodotti ad alto contenuto di CBD.

Naturalmente non mancano le opposizioni, dettate sempre da direttive morali che però non indagano mai a fondo sulla vera essenza e sulla efficacia dei prodotti a base di canapa indiana. Il timore è che legalizzare la cannabis incoraggi il consumo selvaggio della parte allucinogena del prodotto. Ma lo scopo che si intende ottenere, invece, è l’opposto: è un controllo più accurato.

 

Canapa indiana, legale fino a un certo punto

La cannabis – o canapa indiana – è una pianta dalle mille risorse. Se ne possono utilizzare le foglie essiccate, i fiori, gli estratti, le infusioni. Si può bruciare per aspirarne il fumo. Non è un reato coltivarla, è un reato farlo in quantità industriali allo scopo di creare sostanze allucinogene su mercati clandestini e senza controlli. Se si capisce bene come funziona la cannabis, non ci si opporrà alla sua legalizzazione che al momento è soltanto … a metà.

Si possono vendere prodotti derivati dalla cannabis purché non abbiano la sostanza tossica, o ne abbiano in percentuali molto limitate e dunque innocue. In Italia le cure a base di cannabis sono state sperimentate per anni nei laboratori dell’esercito e possono essere vendute in alcuni negozi specializzati e in alcuni settori farmaceutici. Purtroppo questo mercato è ancora troppo pieno di ostacoli perché non tutti capiscono la differenza tra prodotti innocuo e allucinogeno.

Soltanto alcune parti della pianta, e solo se bruciate, producono effetti sconvolgenti che stordiscono la persona. In assenza di combustione, quelle stesse parti possono essere usate, ad esempio, come tisane! Come infusi. Come terapie che equivalgono erbe molto più comuni, come la valeriana.

 

Legalizzare è una soluzione contro il crimine

Legalizzare l’uso della canapa indiana significa far capire a tutti che questi prodotti non sono pericolosi, se vengono usati con criterio e con il controllo autorizzato dello stato. Anche lo spaccio criminale dell’ “erba”, con la legalizzazione, verrebbe ridotto di molto se non addirittura fermato per sempre. La cannabis legale, infatti, sarebbe distribuita con dosi controllate e non si potrebbe mai eccedere con effetti devastanti.

Rendere pienamente legale l’uso di questa pianta, inoltre, aprirebbe la via a tanti tipi di cura grazie ai suoi validissimi estratti. Che – con o senza parte tossica – aiutano a rilassarsi, a dormire meglio, a diminuire ansie e sintomi depressivi. Ma soprattutto sono un aiuto efficacissimo contro il dolore intollerabile, sia cronico (ad esempio, in certi tipi di tumore e cure antitumorali) che temporaneo (trauma).

E’ quindi importante diffondere sempre di più la cultura attorno a questi argomenti, sottolineando la distinzione fra i prodotti che, troppo spesso ancora, vengono assimilati sotto un unico concetto. I prodotti legali e commercializzati sicuramente stanno facendo la loro parte in questa battaglia.

 

 

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