Ma cantante-attaccante non è un passaggio nuovo nel calcio. Anno 2002/03, Cava de’ Tirreni, campionato di serie D. Un solo obiettivo per la Cavese: tornare nel calcio professionistico. Squadra costruita per vincere, ma partenza ad handicap. Ed allora la rivoluzione parte dalla panchina: via Lello Di Fusco arriva Mario Somma e la scelta è a dir poco azzeccata ‘nonostante’ lo scetticismo della piazza di carattere campanilistico per i suoi trascorsi in maglia granata. Somma infila 12 vittorie e un pari e si piazza presto in vetta. Vincerà il campionato con largo anticipo e alzerà al cielo lo Scudetto di serie D in finale con l’Isernia ai rigori.
Tecnico vincente che mantiene le promesse: “Se all’ultima di campionato contro il Vittoria siamo già promossi, potrai realizzare il tuo sogno”. Parole che mister Somma proferì a Biagio Antonacci, professione cantante con la passione del calcio. Leader della Nazionale Cantanti, con un sogno nel cassetto: non un concerto a Wembley, non un disco d’oro, non un trionfo a Sanremo ma l’esordio in una squadra di calcio in un campionato federale. Vigor Lamezia seconda in classifica a distanza di sicurezza, ed allora ogni promessa è debito.
Antonacci raggiunse Cava de’ Tirreni il mercoledì mattina antecedente l’ultima di regular season. L’allora 40enne cantante milanese stava per realizzare il suo sogno: si allenò con grande intensità ma partì dalla panchina quel giorno in cui il ‘Simonetta Lamberti’ era un catino pronto a regalare il giusto calore ad una squadra che aveva dominato il campionato.