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Botti di Capodanno, l’Arpac avvisa: “Si tocca il picco di inquinamento da polveri sottili”

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Il primo gennaio è il giorno dei fuochi d’artificio e dei “botti di Capodanno” ma anche quello del picco annuo di inquinamento da polveri sottili. Nelle prime ore dell’anno, soprattutto fra l’una e le due di notte, si raggiungono a Napoli e in numerose località campane elevate concentrazioni orarie di PM10, talvolta anche superiori a 1.000 microgrammi per metro cubo, valori che portano spesso a superare il limite giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo, da non superare per più di 35 giorni all’anno. Insomma molti comuni iniziano l’anno con il primo giorno di superamento e a questo fenomeno contribuiscono proprio i petardi e i fuochi d’artificio. E’ quanto fa sapere, con una nota, l’Arpac. Per questo motivo, l’Agenzia ambientale della Campania ha lanciato nei giorni scorsi un appello a festeggiare senza utilizzare articoli pirotecnici, a partire ovviamente da quelli illegali. Tra le vittime dei “botti di Capodanno” non ci sono soltanto gli infortunati che affollano i pronto soccorso, ma anche la qualità dell’aria che respiriamo: le polveri sottili (PM10 e PM2.5), che sono comunque solo uno degli inquinanti associati all’utilizzo dei prodotti pirotecnici, sono tra gli inquinanti atmosferici più direttamente legati all’insorgere di effetti negativi per la salute delle popolazioni esposte 

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