Acquistare un libro, sfogliarne le pagine e rendersi conto man mano di aver fatto una cattiva scelta. Vi è mai capitato? La risposta sarà senz’altro sì. Nella vita di ognuno c’è stato spazio per una recensione sbagliata, una copertina ingannevole, una scrittura poco apprezzata. A quel punto cosa fare, continuare a leggere per tener fede all’impegno o avere il coraggio di accantonarlo?
I lettori più assidui capiranno che il dilemma è più serio di quanto sembri. La giornalista del Guardian, Hannah Jane Parkinson, ha provato a dare una risposta. “Ero una di quelle persone che resistevano fino alla fine, anche se ogni frase mi faceva sussultare il cervello – dice -. Ora non lo faccio più, ho imparato che la vita è troppo breve per destinare tempo a cose che non danno energia o emozioni”.
Se poi fai un lavoro in cui la scrittura di testi è predominante, avere a che fare con un’opera poco convincente può rivelarsi addirittura positivo per l’umore: “Quando leggo qualcosa di terribile non nascondo di provare un po’ di piacere. Penso che se quel libro è stato pubblicato e venduto vuol dire che difficilmente potrei fare di peggio”. Una chiave di lettura interessante che aiuta a sfruttare una negatività a proprio favore.
Qualcosa che non si verifica, ovviamente, con i testi amati: “Adoro leggere libri di cui assaporo ogni frase – prosegue la Parkinson – ma anche in quel caso mi pongo un problema. Un’opera immensamente piacevole porta con sé la sensazione strisciante di inadeguatezza e invidia, l’opposto dell’incoraggiamento”.
Cosa fare, allora? Oltre a maledire se stessi per la cattiva scelta, conviene seguire la strada della beneficenza o di un regalo inatteso. Non tutti abbiamo gli stessi gusti, ciò che non piace a noi può piacere a un amico o a una persona cara. Magari in questo modo il nostro acquisto avrà finalmente utilità.