Capita a tutti di ritrovarsi per festeggiare qualcosa. Un traguardo tagliato, un obiettivo raggiunto, una ricorrenza importante, possibilmente rispettando le distanze di sicurezza. Si invitano gli amici e i parenti oppure si scende in piazza come hanno fatto di recente i tifosi del Benevento e del Napoli in occasione dei loro successi sportivi. Felicità comprensibili sancite da numeri e certezze: si festeggia quando c’è da festeggiare.
Esistono poi feste che risultano difficili da capire, almeno per chi le osserva da lontano. A Praga, capitale della Repubblica Ceca, oltre duemila persone si sono radunate ieri per un ‘addio simbolico’ al Covid-19. L’evento, organizzato dal consiglio comunale in collaborazione con un’associazione di cittadini, ha destato non poca sorpresa. Una tavolata di cinquecento metri ha accolto i commensali sul Ponte Carlo, uno dei luoghi simbolo della città. I partecipanti sono stati invitati a portarsi il cibo da casa per gustarlo in compagnia. Poche mascherine, nessuna distanza di sicurezza, ma sarebbe stato assurdo il contrario: si potrebbe mai salutare il virus temendo il contagio?
E’ chiaro che in Italia abbiamo vissuto una situazione assai più complicata rispetto a quella di tanti altri Paesi, ma immagini simili non lasciano in ogni caso indifferenti. Mentre ascoltiamo virologi battibeccare su chi ha ragione e chi no, spesso ci capita di girare la testa dall’altra parte confortati da un calo dei contagi. Un atteggiamento certamente sbagliato, ma simile a un riflesso condizionato. Sbeffeggiare il virus con una festa ad hoc è invece tutt’altra cosa, vuol dire far finta di niente. Essere ciechi – o per l’appunto cechi – davanti al problema.