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Attività fisica per ogni età: i consigli del Ministero della Salute

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Il Ministero della Salute, e in particolare la Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria, ha stilato le

“Linee di indirizzo sull’attività fisica per le differenti fasce d’età e con riferimento a situazioni fisiologiche e fisiopatologiche e a sottogruppi specifici di popolazione”, un documento che fa chiarezza su come e in che misura fare attività fisica, in base alla diversa età e ad eventuali patologie. Ecco i punti chiave.

 

Per prevenire infortuni e incidenti, preservare la salute fisica e mentale da un precoce invecchiamento, scaricare lo stress e vivere più serenamente, lo sport o in generale l’attività motoria dovrebbe avere un ruolo importante nell’organizzazione della giornata di ciascun individuo, a prescindere dall’età. È quando si deduce dal documento stilato dalla Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria, organo del Ministero della Salute, al fine di fare divulgazione sull’importanza dell’attività fisica nella prevenzione di disturbi e patologie di vario genere, nonché nella cura di mal di schiena, mialgia muscolare, emicranie e dolori articolari, sovrappeso e molti altri inconvenienti dovuti, principalmente, alla sedentarietà.

 

Il documento si apre con alcuni importanti informazioni riguardo le indicazioni diffuse dall’Organizzazione Mondiale della Sanità a proposito dell’opportunità di svolgere regolarmente attività fisica. Fin da subito appare chiaro come la situazione sia, in generale, preoccupante, specie per quanto riguarda giovani e adolescenti: «in tutto il mondo, 1 adulto su 4 e 3 adolescenti su 4 (di età compresa tra 11 e 17 anni), non svolgono attività fisica secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). In alcuni paesi, i livelli di inattività possono arrivare fino al 70%, a causa del cambiamento dei modelli di trasporto, dell’aumento dell’uso della tecnologia e dell’urbanizzazione».

 

Da questa premessa, il documento del Ministero della Salute propone alcuni dati per quantificare il rischio derivante da inattività fisica e sedentarietà, descrivendo con cifre e percentuali il peso che la mancanza di un allenamento adeguato alle personali esigenze può avere sull’organismo. Si parla infatti di

«un milione di decessi (il 10% circa del totale)» nella sola regione europea, imputabile all’inattività fisica; quest’ultima inoltre sarebbe responsabile del «5% delle affezioni coronariche, del 7% dei casi di diabete di tipo 2, del 9% dei tumori al seno e del 10% dei tumori del colon». Una forte incidenza, infine, hanno anche le malattie legate al sovrappeso e all’obesità (si stima che «in 46 paesi (l’87% della Regione), oltre la metà degli adulti sono sovrappeso od obesi»), che ovviamente ha un legame diretto con l’assenza o l’insufficienza di attività motoria.

 

Dopo aver dato una definizione particolareggiata di “attività fisica” e aver elencato i suoi comprovati benefici, il documento passa ad illustrare la policy nazionale per «la promozione dell’attività fisica e motoria», suddividendo i casi in base all’età dei praticanti. La distinzione si esplicita in tre diverse fasce d’età: bambini e adolescenti, adulti e anziani (over 65). Ogni fascia di età ha raccomandazioni e indirizzi personalizzati, che derivano da linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e che il documento del Ministero della Salute riassume in alcuni punti fondamentali.

 

  1. Bambini e adolescenti
  • Per “bambini e adolescenti” si intendono ragazzi in età scolare, ovvero individui dai 5 ai 17 anni d’età.
  • In questa fascia d’età sarebbe opportuno «praticare almeno 60 minuti di attività fisica quotidiana di intensità moderata-vigorosa»; inoltre si raccomanda di praticare «esercizi di rafforzamento dell’apparato muscoloscheletrico almeno 3 volte a settimana».
  • Le indicazioni sono relative: se i ragazzi praticano una quantità di attività sportiva maggiore a quella indicata avranno ulteriori benefici per la salute.
  • Si raccomanda che l’attività fisica nei bambini e negli adolescenti includa anche il gioco e che il tipo di esercizio fisico sia prevalentemente di tipo aerobico.

 

  1. Adulti
  • Lo stile di vita delle persone dopo l’età dello sviluppo è mediamente condizionata dagli orari di lavoro e dalle responsabilità associate alla famiglia. Per questo la prima raccomandazione del Ministero della Salute per la fascia d’età dai 18 ai 65 anni si riassume nel motto «poco è meglio di niente»: il documento chiarisce che «anche con quantità di attività fisica minime (es 60 minuti a settimana) gli adulti sedentari ottengono benefici per la salute. Quantità di attività fisica superiori a quella minima raccomandata apportano però maggiori vantaggi per la salute e la prevenzione delle malattie croniche».
  • Le attuali raccomandazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la popolazione adulta, però, indicano «un minimo di 150 minuti di attività fisica aerobica d’intensità moderata [a settimana] oppure un minimo di 75 minuti di attività vigorosa più esercizi di rafforzamento dei maggiori gruppi muscolari 2 o più volte a settimana».

 

  1. Anziani
  • La fascia d’età che comprende la popolazione sopra i 65 anni d’età è considerata universalmente quella più soggetta alla sedentarietà e all’inattività.
  • Eppure, per le persone anziane, praticare attività fisica secondo le proprie possibilità è spesso il modo migliore per proteggersi dai rischi delle patologie cardiovascolari, per preservare la salute muscolare, riducendo contemporaneamente anche il pericolo di incorrere in depressione e declino cognitivo.
  • Affinché le misure preventive siano efficaci, anche gli adulti over 65 «dovrebbero svolgere almeno 150 minuti alla settimana di attività fisica aerobica di moderata intensità o almeno 75 minuti di attività fisica aerobica a intensità vigorosa ogni settimana o una combinazione equivalente di attività con intensità moderata e vigorosa». Si raccomanda, inoltre, di associare esercizi per migliorare l’equilibrio e prevenire le cadute, soprattutto in coloro che hanno una ridotta mobilità.
  • Anche per i soggetti che «non possono raggiungere i livelli raccomandati a causa delle loro condizioni di salute» si raccomanda uno stile di vita attivo, praticato svolgendo attività motoria a bassa intensità, nei limiti concessi dalla propria particolare condizione.
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