A come Alessandra (Caldoro): croce e delizia di Stefano, è la sua parte sanguigna: lui media, lei azzanna. Ariete.
B come Berlusconi: ha tenuto duro (nonostante l’età, astenersi da battute triviali) e ha vinto. Highlander.
C come Caldoro: meritava la candidatura, se non altro per aver cercato di contrastare l’ascesa irresistibile di De Luca durante i mesi del lockdown. Impassibile, mai una polemica con gli alleati, mai una risposta a Salvini che lo provocava per fargli saltare i nervi. Muro di gomma.
D come De Magistris: farà votare per Caldoro, ma non lo dirà. Assente.
E come elettorale (campagna): rottamare lo slogan “siamo ultimi” è l’imperativo categorico. Pochi tamponi.
F come Fulvio (Martusciello): si è inventato la candidatura del fratello Antonio, nel caso in cui Caldoro non l’avesse spuntata. Tattico.
G come Gaetano (Amatruda): spin nel fianco di Caldoro, cerca in tutti i modi di arginare lo strapotere comunicativo di De Luca. Voleva candidarsi, non lo farà. Fedele.
H come hotel (Mediterraneo): la location del comitato di Stefano nel 2015. Scaramanzia.
I come impresentabili: la campagna elettorale vedrà i vari partiti spiattellarsi e rinfacciarsi liste di indagati reciprocamente sui giornali e sui social. Rewind.
L come Lega: ha dovuto ingoiare il rospo (Caldoro), ora vedremo se davvero riuscirà a essere il primo partito del centrodestra in Campania. Acciaccata.
M come Maresca (Catello): per un paio di settimane ha ventilato una sua candidatura per il centrodestra, per poi comprendere che la politica ha rituali diversi dalla giustizia e ritirarsi. Da rivedere (alle comunali?)
N come Nespoli (Vincenzo): uomo forte della Lega in Campania, toccherà a lui comporre le liste. Già nel mirino dei forzisti se la Lega pianterà grane sui candidati con disavventure giudiziarie: “E allora Nespoli?”.
O come “Oddio un’altra volta Caldoro!”: frase ripetuta mille volte in queste settimane da meloniani e leghisti, che però, in tutto questo tempo, non hanno espresso uno straccio di proposta alternativa. Chiacchieroni.
P come pazienza: la dote principale di Stefano Caldoro. Giobbe.
Q come quasi: “E’ quasi fatta”, hanno ripetuto per un paio di mesi i big del centrodestra a proposito della candidatura alla presidenza. Ora, sentiremo spesso dire: “Siamo quasi in parità con De Luca”. Auguri.
R come retromarcia: quella di Salvini su Caldoro è destinata a entrare nella storia della politica campana. Brava persona.
S come settembre: il mese della verità, quando finalmente finirà questa infinita campagna elettorale. Coraggio.
T come tartine: l’epidemia ridurrà all’osso i buffet elettorali. Dieta.
U come “Uh Madonna, un’altra volta Caldoro?”. Vedi O.
V come vittoria: riuscirà il centrodestra campano a mettere in difficoltà la corazzata deluchiana? Miraggio.
Z come zona rossa: l’incubo della seconda ondata di epidemia in autunno, che farebbe slittare le elezioni alla prossima primavera. Tortura.