Napoli – “Dobbiamo continuare ad avere questa capacità di immissione di milioni di euro nell’economia campana. Dalla Regione arriveranno risorse agli imprenditori come un’onda d’urto. Dobbiamo puntare a dinamizzare l’economia del nostro territorio. I risultati della crescita del Pil della Campania, che hanno doppiato la Lombardia, sono un dato impressionante“. Queste le parole del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, parando di Agricoltura e Fondi Europei, nella sala di Palazzo Armieri in via Nuova Marina, a Napoli.
Peccato però che il presidente De Luca dimentichi che la regione Campania sia tra le ultime in Italia per la spesa dei fondi europei 2014 – 2020. Per fare un esempio: a luglio 2016 è stato speso solo il 2,16% dei fondi strutturali previsti per il periodo 2014-2020, che ammontano a un totale di 64 miliardi di euro. Considerando che a luglio si è esaurito già il 40% dei 7 anni a disposizione per la spesa, si capisce che c’è un fortissimo ritardo.
Il Mezzogiorno, di cui la Campania è una delle regioni chiave, arranca e non riesce a recuperare la distanza che intercorre con le regioni del nord o addirittura altri paesi europei. Il Pil ne è l’esempio: secondo l’Istat, nel 2015 il prodotto interno lordo per ogni abitante del sud Italia è inferiore del 44,2% rispetto a quello registrato al Nord.
Conti alla mano, e nella migliore delle ipotesi, sono circa 17.800 euro per chi vive al Sud, 33.400 euro per chi vive nel Nord-Ovest. Con questo scenario di disastro economico, disoccupazione e precariato, qual è il futuro per la Regione Campania?
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