“Il Napoli? Gli manca ancora qualcosa, a parte le tensioni interne di cui si legge, ho sempre avuto dei dubbi sulla capacità realizzativa di questa squadra, non ha il cecchino davanti. Osimhen non mi sembra Higuain”. Lo ha detto l’ex tecnico di Milan e Juventus, Alberto Zaccheroni, all’Adnkronos, sul momento del Napoli dopo la vittoria contro la Roma ieri in campionato. “Il Napoli migliore era quello con Higuain che faceva più gol che partite, con Mertens, Hamsik e Callejon che segnavano, e non aver vinto con quei gol significa che devi sperare nel calo degli altri. Il Napoli ha bisogno di tempo per essere competitivo per lo scudetto, non è ancora pronto”.
Corsa scudetto – “L’Inter adesso viaggia in euforia. Io ho sempre detto che l’unica che poteva insidiare l’Inter era il Milan, che ha una serenità ambientale importante, ed un Paolo Maldini che capisce le dinamiche di spogliatoio e interviene prima che succedano dei guai, pur non avendo una grandissima qualità di rosa. Ci sono altre squadre che ne hanno di più ma il Milan è più compatto, c’è grande entusiasmo e voglia di emergere”.
Campionato – “Ci sono tante variabili quest’anno: il covid, l’assenza di pubblico, l’interpretazione delle partite di diverse squadre che vanno al duello e giocano sull’anticipo e non siamo abituati, l’iniziare da dietro proposto da alcune squadre. Noi apportavamo una modifica ogni 15-20 anni, eravamo molto conservatori, mentre adesso stiamo modificando molto il nostro atteggiamento. Se poi ci andiamo ad aggiungere le 5 sostituzioni, oggi le gare non terminano mai, neanche 3-0, non sei mai tranquillo, le gare possono essere totalmente stravolte. E poi un’altra novità è che non esiste più lo 0-0, che era il risultato più frequente nel nostro campionato. Quindi sembra siano passati 30 anni. Per avere così tante variazioni nel nostro calcio non è bastato un secolo. Noi siamo stati i più conservatori perché vincevamo eravamo i migliori sul piano tattico e lo abbiamo dimostrato nel mondo perché tutti gli italiani che sono andati all’estero hanno vinto dal 2010 in poi”.
Le mogli dei calciatori sui social – “Possono influenzare la preparazione a una partita o a tutto il campionato? Certo, sono d’accordo con Capello. Oggi ci sono altri mezzi per comunicare esternamente, anche per i giocatori. Prima dovevano venire in sala stampa, ora ci sono i social e altri mezzi che possono condizionare. Da tutto questo ci rendiamo conto quanto è complicato gestire una squadra per noi allenatori. Oggi hai 30-35 giocatori e nessuno si sente inferiore ad un altro, tutti gli dicono che è il più forte, ti gratificano tutti a cominciare dalle mogli”.
Futuro – “Tocca agli altri. Mi manca da morire il campo ma non sono mai stato con la famiglia. E’ giunto il momento di dedicarsi a loro e ricambiare pazienza e sostegno, ma ammetto che è difficile, perché mi manca il campo e migliorare la prestazione dei singoli giocatori”.