Napoli – «Luigi Di Maio ha mentito al Paese e agli operai su Whirlpool. Sapeva della chiusura di Napoli già da inizio aprile. Ha incaricato Invitalia di analizzare il nuovo possibile investitore in sostituzione di Whirlpool. Non ha ricevuto i sindacati che hanno chiesto incontro, ha aspettato le Europee e poi ha fatto scene indecorose di finta indignazione. Si deve vergognare». È questo il nuovo attacco frontale dell’ex ministro dello Sviluppo economico, Carlo calenda, sulla sua pagina facebook. E nel mirino, neanche a dirlo, finisce ancora una volta il ministro dello Sviluppo economico.
Sembra così già lontana anni luce la schiarita arrivata ieri, quando in linea con il piano industriale dello scorso ottobre, Whirlpool ha fatto sapere che «non intende procedere alla chiusura del sito di Napoli, ma è impegnata a trovare una soluzione che garantisca la continuità industriale e i massimi livelli occupazionali del sito». Al tempo stesso Whirlpool Emea aveva preso atto «con rammarico della dichiarazione rilasciata dal ministro Luigi Di Maio, di voler revocare gli incentivi concessi e di bloccare il pagamento su quelli richiesti, pur non avendo l’azienda mai proceduto ad alcuna disdetta dell’accordo siglato», così si leggeva in una nota diffusa dall’azienda che riconfermava però «la centralità dell’Italia e la volontà di continuare a lavorare con tutte le parti coinvolte per trovare una soluzione condivisa». Il leader grillino, dal canto suo, aveva avvertito: «Whirlpool non ha tenuto fede ai patti e si è rimangiata la parola e dice di voler chiudere lo stabilimento di Napoli e per questo firmerò una direttiva ministeriale che revoca tutti gli incentivi, ne hanno avuti circa 50 milioni di euro dal 2014 a oggi, perché in Italia ci dobbiamo far rispettare».