Napoli – Non è arrivata nemmeno oggi la “fumata bianca” per i quasi 400 operai dello stabilimento Whirlpool di Napoli Est. E’ terminato solo poco fa l’ennesimo tavolo al ministero dello Sviluppo Economico sulla vertenza del sito napoletano, chiuso per volere della multinazionale americana dallo scorso 31 ottobre.
Al vertice, in videoconferenza, convocato dalla sottosegretaria allo Sviluppo, Alessandra Todde hanno partecipato, oltre alle sigle sindacali, anche rappresentanze del ministero del Lavoro e di Invitalia. Insieme a loro hanno preso parte anche delegazioni del Comune di Napoli e della Regione Campania.
“L’obiettivo del tavolo di oggi – ha spiegato la Todde nel corso dell’incontro – è dare evidenza al tema relativo agli ammortizzatori sociali e alla copertura dei dipendenti”. Nodo già centrale nell’ultimo tavolo ministeriale dello scorso 21 dicembre.
Whirlpool ha infatti chiesto ed ottenuto dal Governo, nei mesi che vanno da gennaio a marzo, la cassa integrazione per Covid a tutti i lavoratori italiani dell’azienda, compresi quelli di Napoli. Ammortizzatori che gli operai napoletani riceveranno fino al prossimo 31 marzo. Prima che ad aprile, con lo sblocco su scala nazionale, possa partire il licenziamento collettivo.
“Più precisamente – spiega Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm – Whirlpool si è riservata di presentare domanda di cassa integrazione covid non solo per lo stabilimento di Napoli, ma anche per altri siti del gruppo, sicuramente per il magazzino di Carinaro (Caserta). A tal proposito riteniamo che, negli uffici e nelle fabbriche in cui oramai abbiamo carichi di lavoratori sufficienti, tutti i lavoratori debbano rientrare rapidamente al lavoro, evitando un utilizzo di cassa integrazione per così dire mirato su alcune categorie. Abbiamo infine rinnovato la richiesta di un incontro specifico di approfondimento sulla operazione di reindustrializzazione del sito di Teverola (Caserta), che pare finalmente in procinto di concludersi positivamente con la rioccupazione di 75 dipendenti ex Whirlpool e che pare preludere a ulteriori progetti potenzialmente in grado di offrire nuove occasioni occupazionali”.
Mentre restano, tuttavia, ancora i “dubbi reindustrializzazione” sul futuro del sito di Napoli. Dove Invitalia, sotto mandato del ministro Stefano Patuanelli, sta cercando da più di un anno “imprenditori seri” per mantenere, almeno in parte, la produzione a Napoli Est.
“I mesi che vanno da qui a aprile o tutt’al più a giugno – chiarisce Ficco – dovranno essere adoperati per scongiurare la chiusura di Napoli: purtroppo Whirlpool ha già annunciato, al termine del divieto di licenziamento, l’intenzione di aprire la procedura di licenziamenti collettivi, che a sua volta ha una durata normale di 75 giorni. Non c’è più tempo quindi per voci e annunci, urgono soluzioni concrete e una presa di posizione forte da parte del Governo”.
Domani è atteso invece un nuovo appuntamento nella fabbrica di Ponticelli per la presentazione del calendario 2021 “Sulla nostra pelle” realizzato dal CRAL del sito napoletano.