Napoli – “I ricoveri ordinari non sono aumentati, abbiamo meno pazienti in terapia intensiva e più guarigioni grazie soprattutto alla ventilazione polmonare assistita”. Sono le parole dell’infettivologo del Cotugno Alessandro Perrella, componente dell’unità di crisi regionale, che in un’intervista a ‘Il Corriere del Mezzogiorno’ fa il punto della situazione in Regione Campania.
L’Istituto Einaudi ha calcolato che il traguardo del “contagio zero” potrebbe avvenire il prossimo 20 aprile, ma il virologo ci va con i piedi di piombo e spiega i sacrifici che i campani dovranno continuare a fare: “Sarebbe bello se fosse così – continua Perrella -, se non scoppieranno altri focolai, come speriamo, possiamo dire che dopo la metà di aprile il trend inizierà a scendere. Ma già oggi a Napoli ho notato che si è triplicato il numero di automobili circolanti rispetto a qualche giorno fa. Non si è ancora capito che occorre rimanere a casa. E fa bene il presidente della Regione a ripeterlo fino alla esasperazione. Siamo di fronte ad una malattia che ha tante manifestazioni cliniche diverse: dalla diarrea profusa alla insufficienza respiratoria. Alla fine, l’unica certezza è che la schermatura dipende dalla condizione immunogenetica, dall’identità genetica di ciascuno”.
Rischio onda d’urto dei rientri dal Nord: “Siamo al 31 marzo e possiamo affermare, con tutta la prudenza che esige una epidemia subdola come quella del Covid-19, che i risultati finora sono stati più che incoraggianti, considerato che l’impatto maggiore provocato dall’esodo dal Nord avvenuto lo scorso 9 marzo si sarebbe dovuto dispiegare proprio negli ultimi giorni. Dunque, siamo in piena verifica di quegli effetti”. I rientri del 9 marzo hanno inciso sulla massa dei contagi in Campania, e secondo un calcolo approssimativo di Perrella “avranno rappresentato all’incirca il 15 per cento dei soggetti infettati”.
L’infettivologo è convinto che dal Tocilizumab agli anti malarici, tutti i farmaci somministrati, in fasi diverse della malattia, hanno prodotto risultati incoraggianti. Ma attenti ai facili entusiasmi: “Proprio così poiché dal punto di vista della validità scientifica un evento aneddotico non può accreditarsi senza una vera sperimentazione. C’è bisogno di verifiche e valutazioni nel tempo. Sarei il primo ad essere felice se avessimo trovato la risposta ai problemi del Covid-19. Al momento non so quale sia la scelta terapeutica migliore al di là della ventilazione assistita”.
Infine la polemica sulla scarsa quantità di tamponi esaminati in Campania: “Il discorso sarebbe lungo e spinoso, ma in estrema sintesi potrei dire che chi viene sottoposto a tampone ora, tra quarantotto ore potrebbe sviluppare la malattia. Ed allora, a cosa serve estenderli a tutti?”