Universiadi, è corsa contro il tempo: gli interventi e i costi per gli impianti di Napoli

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Napoli – L’ultimo treno per salvare gli impianti sportivi di Napoli è appena partito. Direzione: Universiardi 2019. Il piano di interventi contenuto del decreto firmato dal commissario Luisa Latella è appena stato diffuso e dal documento emergono tutti i dettagli in merito alle strutture, agli investimenti e ai tempi stimati per il completamento delle opere. La sensazione, con l’inizio della kermesse ormai quasi dietro l’angolo, è che si tratterà però di una vera e propria corsa contro il tempo. Non è un caso che proprio poche settimane fa la rappresentante del Governo abbia intavolato senza tanti giri parole l’ipotesi di una manifestazione “sottotono”. Sta di fatto che, atti alla mano, sono oltre dieci gli impianti partenopei che potrebbero sfruttare quest’occasione per ottenere l’agognata riqualificazione.
Ecco, dunque, l’allegato al piano di interventi infrastrutturali fissati per Napoli. Per il Palavesuvio sono stati individuati due interventi. Il primo riguarda il palaindoor, investimento da 5 milioni di euro e lavori completati in otto mesi; il secondo il recupero delle palestre, per una spesa 1,9 milioni e intervento da completare in quattro mesi. Anche sullo Stadio San Paolo ci sarà parecchio da fare. In questo caso le Universiadi dovrebbero portare alla risistemazione della pista di atletica, degli impianti e dell’impianto audio: costi stimati, rispettivamente, in 2,2 milioni, 2,2 milioni e 925mila euro. I tempi oscilleranno invece dai quattro ai dodici mesi. Alla piscina Scandone si interverrà sulla sistemazione dell’immobile e della vasca, con una spesa valutata nel primo caso in 3,8 milioni di euro, nel secondo in 2,3 milioni. I cantieri dovrebbero in questo caso chiudersi nel giro di otto e cinque mesi. Per il Palabarbuto si parla invece di lavori per un importo di 1,7 milioni di euro (tempi stimati in otto mesi), per il Polifunzionale di Soccavo 1 milione di euro per sei mesi, per il Parco Virgiliano 870mila euro in sei mesi, per il campo regate di via Caracciolo 160mila euro in quattro mesi, per il Circolo del tennis 620mila euro in quattro mesi, per la sistemazione dello stadio Caduti di Brema 1 milione di euro in sei mesi, per lo stadio di San Pietro a Patierno 1,1 milioni di euro in sei mesi, per lo stadio Ascarelli di Napoli Est 1 milione in sei mesi, per il palazzetto e la piscina del Pala Dennerlein 3 milioni di euro in sette mesi, per la sistemazione del complesso universitario Cus Napoli 1,5 milioni di euro in otto mesi. Consistente anche la spesa prevista per la Mostra d’Oltremare: 2,7 milioni di euro, con lavori da ultimare nel giro di sei mesi. Per il recupero dell’impianto di tiro a segno nazionale il Comitato organizzatore ha invece stimato interventi per 450mila euro da completare anche in questo caso in sei mesi. Insomma, di carne al fuoco ce n’è parecchia. Forse troppa. Molti di questi impianti versano ad oggi in condizioni di degrado assoluto, quasi irreversibile. La corsa contro il tempo è già partita. Il rischio, in caso di ulteriori ritardi, è che il Piano firmato dal commissario Latella resti poco più che un libro dei sogni.
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