Napoli – Non solo luci e successi. Ci sono anche molte ombre a stagliarsi sulle Universiadi in corso a Napoli. Negli ultimi giorni era già emerso con una certa preoccupante insistenza il problema della sicurezza, con alcuni atleti vittime di furti o truffe. Ma le grane non sembrano essere affatto finite qui. A innescare l’ultima polemica sono i volontari che stanno partecipando all’evento. Un esercito di 3mila giovani e giovanissimi provenienti dalla Campania, ma molti anche dall’estero, che di fatto costituiscono l’ossatura dell’evento. Sono loro, infatti, a farsi carico dei svariati servizi di controllo, accompagnamento, supervisione e così via. Un lavoro importante, retribuito appena 25 euro lordi al giorno, che sta però andando avanti tra mille difficoltà organizzative. E basta sfogliare le bacheche di alcuni dei gruppi facebook creati dai diretti interessati per rendersene conto.
«Scusate – scrive uno dei volontari rivolgendosi ai colleghi – volevo delle informazioni sui turni perché davvero non ci sto capendo niente. So che per registrare la presenza come volontario alle Universiadi e prendere il “compenso” c’è bisogno di fare almeno cinque turni, ma dalla mail che ho ricevuto ce ne sono solo due, e per di più sono gli ultimi due giorni. Ho contattato in continuazione tra mail e telefonate e ancora nulla». I problemi non sembrano però essere finiti qui: «Poi altre due cose che non ho capito, la divisa dissero che dovevo andarla a prendere da qualche parte, probabilmente a Napoli, e ancora nulla neanche su questo, inoltre i turni dovrebbero essere dalle 6 alle 8 ore mentre negli orari che ho sono di 10 ore e mezza. Qualcuno che si trova nella mia stessa situazione o perlomeno sa come risolvere?». Tanti interrogativi e pochissime risposte chiare. «Quello che posso consigliarti – replica un altro volontario – è di non far più nulla. Qualsiasi cosa farai sarà solo tempo sprecato e solo crampi allo stomaco che non meritano. Io ho ricevuto un solo turno e alla richiesta di averne di più mi è stato detto o “non compete a me” o di “parlare con il mio supervisor”. Il supervisor non può darti altri turni senza che intervenga il piano superiore, il quale per dare dei turni a te dovrebbe riorganizzare il tutto. Quindi respira lentamente, datti un pizzico in pancia e svolgi questo impegno nel miglior modo possibile. Te lo dice una che si è rassegnata oggi dopo 14 giorni di battaglie».
Il racconto dei disagi e disservizi riguarda però anche altri fronti: «Io – racconta una giovane volontaria – mi sono presa le ferie per partecipare a questo evento e loro che cosa hanno pensato di fare? Di fregarsene degli impegni degli altri “dimenticando” di mandare i turni o di presentarsi con i pass, facendo aspettare alcuni sotto al sole. Ieri sera ho parlato con un ragazzo che è venuto da Singapore per fare il volontario e non ha più ricevuto i turni. Ma di che parliamo? Non esistono giustificazioni alla mancanza di rispetto verso il lavoro e l’impegno altrui». Un fiume di rabbia e frustrazione che giorno dopo giorno si fa sempre più largo dietro le quinte di evento che, almeno sulla carta, doveva rappresentare il biglietto da visita della rinascita dello sport campano.
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