Napoli – “Prendilo nel posto dove ti piace. Così godi ancora di più”: è l’altro pomeriggio, martedì 6 luglio, quando Geremia Gaudino, dirigente napoletano di Italia Viva, da qualche minuto sospesosi dal partito e dimissionario dall’incarico dirigenziale che gli era stato affidato sebbene ora sostenitore di Bassolino per la corsa a Palazzo San Giacomo (Italia Viva, invece, è nella coalizione di Gaetano Manfredi, ndr), scrive questo tweet in risposta a Stefano Albamonte, un fotoreporter dell’Agency Press Photo molto conosciuto e apprezzato in città.
Il tweet omofobo ha segnato l’apice di una discussione social tra i due innescata da un altro cinguettio del politico originario di Ercolano e che su Twitter si definisce “cattolico, riformista, meridionale”: “La sinistra è sempre stata coerente: quando inizia una battaglia va fino in fondo. Non si ferma finché non perde”.
L’argomento di discussione è, naturalmente, il ddl Zan. Nello specifico: se è una cosa buona e giusta tentare di farlo approvare in Parlamento senza modifiche oppure seguire l’indicazione di Matteo Renzi di modificarlo prima per farlo arrivare in porto sicuramente.
E comunque: le opinioni su questo divergono. Gli animi si surriscaldano. E si scende nel personale. Albamonte scrive: “Ma stai parlando ancora? Non hai titoli e voti per parlare. Sei solo un cattolico/omofobo. Ah! Ho parlato in regione Campania di te, sai che risate che mo’ mi faccio?”.
In risposta a questo, arriva il tweet omofobo già riportato. Ma che Gaudino ha provveduto già a cancellare e per il quale ha chiesto scusa: “Pensavo di scherzare con l’amico (o ex) Albamonte. Mi scuso perché ne ha fatto un dramma. E mi scuso soprattutto con quelli che, giustamente, si sono offesi”, ha scritto su Twitter.
Poi, rassegnando le dimissioni da dirigente di Italia Viva, ha precisato: “È mio stile assumermi la responsabilità per gli errori commessi, senza coinvolgere il partito. Anche al fine di tutelare la mia posizione rispetto alle offese e le minacce che sto ricevendo in queste ore”.
E infatti, contro di lui, da questa mattina, si è sollevato un vero e proprio putiferio. Anche Graziella Pagano, la coordinatrice cittadina di Italia Viva, è intervenuta con nettezza: “In nessun partito, in nessun luogo di lavoro e in nessuna comunità si può tollerare un linguaggio simile e delle offese così volgari. Per quanto mi riguarda, Geremia Gaudino non può continuare a ricoprire incarichi in Italia Viva. Mi dispiace, è un mio amico, ma questa esternazione è inammissibile e ingiustificabile. Non c’è altro da aggiungere se non rinnovare la solidarietà a Stefano e a tutti coloro che sono ogni giorno colpiti da linguaggi e gesti violenti”.
Albamonte, dal canto suo, ha dichiarato: “Per me la discussione su Twitter poteva e doveva finire con due posizioni distanti. Invece, c’è stata quell’offesa per la quale non ho esposto denuncia solo perché voglio che quest’episodio non si riduca a una battaglia personale”.
“Io, in ogni caso, spero che Gaudino non ricopra più incarichi direttivi in Italia Viva, come accaduto qualche giorno fa alla tesserata del Partito Democratico che aveva scritto sui social un altro post omofobo contro Ivan Scalfarotto”.
“Voglio che quest’episodio possa dare voce a chi, al contrario di me, non ne ha ed è costretto a subire in silenzio. Mi confortano, in tal senso, i messaggi di stima e di solidarietà che mi stanno arrivando da stamattina. Dalla Lega al comitato di Bassolino, dal sindaco De Magistris a Alessandra Clemente: tutti hanno avvertito il bisogno di marcare la distanza da un linguaggio e un atteggiamento che non possono essere del vivere civile e di una discussione democratica”. Appena sabato, a Napoli, si è celebrato il Pride.