Pubblicato da Legambiente il rapporto Pendolaria 2017 che presenta una fotografia della situazione del trasporto ferroviario in Italia e di come sta cambiando la mobilità nelle città e nelle regioni attraverso numeri e storie. Un’analisi volta a capire la direzione in cui stanno andando politiche e investimenti, ma anche la dimensione di un cambiamento sociale rilevantissimo avvenuto negli ultimi decenni nei grandi centri urbani, con centinaia di migliaia di persone che si sono trasferite nei Comuni intorno ai grandi centri, e per quanto sta avvenendo sulla rete ferroviaria a seguito dei processi di apertura al mercato dei servizi ad alta velocità e di trasferimento alle Regioni delle competenze per il trasporto ferroviario locale.
Occorre partire dai numeri per capire la situazione del trasporto ferroviario nelle diverse parti d’Italia e la dimensione del fenomeno pendolarismo in Italia, che rappresenta la quota maggiore degli spostamenti. Ogni giorno sono 5,51 milioni le persone che prendono i treni per spostarsi nelle Regioni e nelle città italiane. Di questi sono 2milioni e 841mila i passeggeri che usufruiscono del servizio ferroviario regionale, divisi tra 1,377 milioni che utilizzano i convogli di Trenitalia e 1,464 milioni quelli degli altri 20 concessionari (tra cui 735mila Trenord in Lombardia, 207mila CTI in Emilia-Romagna, 190mila per Atac nel Lazio, 154mila per Eav in Campania).
Sono invece 2milioni e 672mila coloro che ogni giorno prendono le metropolitane, presenti in 7 città italiane (Milano, Roma, Napoli, Torino, Genova, Brescia e Catania). Nel 2017 il numero dei pendolari del treno è aumentato, seppure di poco con una crescita di 11mila passeggeri al giorno sul servizio regionale (+0,4% rispetto al 2016) mentre per quello metropolitano si verifica un aumento di 22mila viaggiatori giornalieri (+0,6% rispetto al 2016, stesso trend in positivo come tra 2016 e 2015). Nel 2014 il numero di viaggiatori era complessivamente di 5,1 milioni, per cui si deve segnalare una crescita complessiva del 7,4% in quattro anni.
I dati della Regione Campania, però, sono in controtendenza. Dal 2011 al 2017 i passeggeri pendolari su ferrovie locali e regionali sono passati da 467.000 a 278.900 . Un calo di viaggiatori del -40,3.
Vita dura, dunque, per i pendolari campani. Il totale dei tagli ai servizi, infatti, è del 15% mentre gli aumenti tariffari sfiorano il 49%. Il numero delle corse giornaliere totali è di 1257 ( 612 dell’EAV e 645 di Trenitalia).
“Sono incredibili le differenze nel servizio ferroviario tra le diverse parti d’Italia” sottolinea Legambiente– “Tra clamorosi successi e offerta di treni con pochi paragoni al Mondo, come tra Firenze e Bologna, dove è in servizio una vera e propria metropolitana, con 152 treni che sfrecciano a 300 km/h nei due sensi di marcia ogni giorno (rispetto ai 142 dello scorso anno e ai 18 Eurostar del 2002) – e invece storie metropolitane di crollo dei passeggeri per il degrado del servizio (come sulla Roma-Lido di Ostia e la Circumvesuviana con diverse decine di migliaia in meno ogni giorno o che sembrano uscite dal dopoguerra, con carrozze diesel vecchie di 60 anni, 6 che circolano su linee oramai frequentate da pochi studenti o turisti affascinati dai paesaggi interni siciliani o salentini. L’immagine è quella di un Paese che in treno viaggia sempre di più a velocità differenti, con prospettive, problemi e speranze molto diverse, che cambiano da regione a regione e, a volte nelle stesse città a seconda delle linee. Le differenze nel numero di persone che prende ogni giorno il treno nelle diverse parti d’Italia ha una spiegazione molto semplice. L’offerta di servizio è infatti cambiata in questi anni: su alcune direttrici con un aumento esponenziale premiato da un successo incredibile, mentre su altre direttrici e in altre Regioni si è ridotto il numero dei treni con conseguente riduzione del numero di persone che lo prende ogni giorno e che si è trovata costretta a usare i mezzi privati”.
Al Sud circolano meno treni. L’attuale livello di servizio nelle Regioni del Sud è imparagonabile per quantità a quello del Nord. Ogni giorno in tutto il Sud circolano meno treni regionali che nella sola Lombardia.
Tra le 30 tratte più frequentate dai pendolari italiani, in Campania spiccano la Napoli-Sorrento (Circumvesuviana) con 50.000 viaggiatori al giorno; la Napoli-Torregaveta (Circumflegrea e Cumana) con 42.000; la Napoli-Baiano (Circumvesuviana) con 30.000; la Napoli-Sarno (Circumvesuviana) con 22.000.
A livello di stanziamenti sulle infrastrutture per la Campania sono stati spesi 1 miliardo e 957 milioni di euro per le strade, e 6 miliardi e 805 milioni di euro per le ferrovie.
La spesa regionale, invece, per il servizio pendolare in Campania è stata di 66,15 milioni di euro per il servizio ferroviario e 131,76 milioni di euro per materiale rotabile. Un totale di 0,98% sul bilancio della regione. Una percentuale, purtroppo, ancora troppo bassa.
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