Napoli – La determinazione nel ripartire. Questo è il sentimento che riecheggia come una sinfonia nel Teatro San Carlo.
Ieri sera il primo spettacolo, precisamente, la prova generale della Tosca portata in scena da Anna Netrebko, Yusif Eyvazof, Ludovic Tézier e diretto da Juray Valčuha. Una performance che ha fatto alzare in piedi il pubblico e ha investito gli artisti di un tripudio di applausi della durata di due minuti.
Il primo a mostrare i segni dell’emozione è il Sovrintendente del Teatro, Stéphane Lissner a cui scappa anche qualche parola in francese subito rimangiata e accompagnata da una risata. Ma poi torna serio, si guarda intorno, guarda negli occhi gli otto ospiti e artisti che hanno inaugurato il ritorno della stagione teatrale e afferma: “È un sogno avere accanto a me questi cantanti e questi direttori d’orchestra che sono venuti a difendere la riapertura del San Carlo”.
Ma il sogno è condiviso anche da Anna Netrebko, Yusif Eyvazof, Ludovic Tézier e Juray Valčuha da un lato e Anna Pirozzi, Jonas Kaufmann, Anita Rachvelishvili e Michele Mariotti dall’altro, tutti i protagonisti della Tosca e l’Aida che inonderanno la città di Napoli di musica e vitalità.
Proprio Napoli con i suoi odori e colori, con il suo dialetto e il suo calore ha ammaliato Anna Netrebko, la Tosca del San Carlo: “Ho voluto visitare la città per lasciarmi ispirare. La performance è il frutto della cultura che si respira qui. Sono onorata”.
Recitare, cantare, semplicemente indossare gli abiti di Tosca è stato difficile ieri sera dove, sotto un cielo di stelle, mancavano costumi e scenografie a rafforzare la performance. Eppure la soprano non sembrava neppure farci caso: “Facciamo quello che possiamo con quello che abbiamo. Basta una sedia, un mazzo di fiori. Abbiamo la musica che è quello che ci importa”.
Le prove a porte aperte e sipario alzato nel cuore di Napoli hanno incantato tutti i fortunati presenti e hanno fatto tremar la voce ai tenori.
“Non ci siamo risparmiati, erano delle prove ma non abbiamo accennato. Eravamo lì, su quel palcoscenico e ci siamo dati completamente per il pubblico che non vedevamo da mesi. E per i medici a cui abbiamo dedicato il nostro primo canto”. Così Ludovic Tézier descrive il “debutto” a piazza del Plebiscito che, nella serata di ieri, è entrata in perfetta armonia con la Tosca.
In prima linea nella battaglia contro il virus e in prima fila in piazza, medici, infermieri e personale sanitario erano i veri ospiti della serata. “Esibirci per loro è stato un gesto necessario. In questi mesi noi siamo rimasti in silenzio e loro, invece, hanno fatto tutto ciò che era doveroso fare. Ora tocca a noi”, continua il direttore d’orchestra Juray Valčuha.
Sono artisti entusiasti di cantare, di assaporare l’adrenalina del palcoscenico, quelli che, seduti sulle poltroncine rosse del Teatro San Carlo, si lasciano andare a confessioni personali su questi primi spettacoli post-covid.
“Essere a Napoli è meraviglioso dopo mesi di chiusura. Io sono un primitivo della tecnologia e non ho la più pallida idea di come si usi tiktok, per esempio, quindi in questi mesi è stato difficile continuare ad essere un artista facendo concerti in streaming online. Noi abbiamo bisogno del pubblico e il pubblico ha bisogno di noi. Ad oggi il mio augurio, per il mondo dell’arte e del teatro, è che il futuro sia vicino il più possibile al passato”. A parlare è Michele Mariotti direttore d’orchestra dell’Aida, in programma per il 25, 28 e 31 luglio.
La città ha stregato anche Jonas Kaufmann abituè dei vicoli partenopei: “Quasi da tutta la città si vede il Vesuvio che ci ricorda che tutto può finire da un giorno all’altro per questo ci buttiamo nella vita e nella musica”.
“Non ho mai creduto alla frase ‘l’applauso del pubblico è il pane quotidiano dell’attore’ e ho sempre pensato a me e agli artisti quasi come egocentrici bisognosi solo della loro soddisfazione personale. La pandemia però, mi ha dato modo di ricredermi. Fare la musica da solo è noioso”. Conclude il Radamès dell’Aida.
La determinazione nel ripartire. E il coraggio e la passione e l’amore per l’arte. È questo il miscuglio miracoloso che si prova quando si assiste ad uno spettacolo del Teatro San Carlo ora che ha riportato l’arte in città.