NAPOLI – Avendo portato a sbattere la prima, quella indicata dal Pci, che ha praticato ai bei tempi andati; avendo portato in un vicolo cieco la seconda, quella del Pd, che ha calpestato ma mai apprezzato, Vincenzo De Luca propone la terza via verso le magnifiche sorti e progressive del riformismo italiano.
Oggi, nel corso del suo discorso urbi et orbi del venerdì, a 4 giorni dalla mirabolante vittoria elettorale di Gaetano Manfredi che l’ha portato a conquistare Palazzo San Giacomo col 62,88% dei consensi dei napoletani, le sue parole sono state queste: “E’ arrivato il tempo di una grande forza riformista unitaria che deve riguardare i Cinque Stelle ma anche il Pd”.
Non è la primissima volta, a dirla tutta, che De Luca propone una nuova strategia per mettersi alle spalle gli ultimi anni di un partito, quello Democratico, che avverte troppo ‘moscio’ (per utilizzare un eufemismo).
L’esigenza di un ‘nuovo inizio’ l’aveva manifestata, ad esempio, già quest’estate, nel corso dei suoi due interventi alla Festa dell’Unità. Il primo a Napoli, il secondo a Bologna. Tanto da far pensare che fosse il prologo di una sua discesa in campo per sfidare lo stesso Enrico Letta per la guida del partito.
Fatto sta che oggi si è rivolto nuovamente al Movimento 5 Stelle col quale, ieri, a tre giorni dalla foto del Terminus col pollice all’insù assieme a Di Maio e Fico (oltre che al numero 2 di Letta, Peppe Provenzano, e al neo sindaco di Napoli, Manfredi), aveva in ogni caso polemizzato (“lunedì sera, si sono contati più dirigenti grillini a festeggiare che loro voti”).
“Dobbiamo fare un discorso di verità – ha detto oggi il Governatore – Dobbiamo avere l’intelligenza di parlare con tutto quel mondo che si è rivolto al Movimento 5 Stelle nella speranza di rinnovare l’Italia”.
La terza via, allora, sarebbe da perseguire con un nuovo soggetto che annulli quelli che per De Luca hanno rappresentato, evidentemente, due esperimenti falliti: il Pd e il Movimento di Grillo. Per le magnifiche sorti e progressive del riformismo, da Palazzo Santa Lucia, si propone un reset un pò a specchio, tra l’altro, rispetto all’idea di Berlusconi di una federazione tra Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia.
In vista delle elezioni politiche del 2023, l’orizzonte che si intravede sembrerebbe quello di un ritorno al bipolarismo come ai tempi del Pd che sfidava il Pdl.