Si dice “esterrefatto” il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris appena appresa la notizia che il Tar ha sospeso l’ordinanza sindacale sulle nuove occupazioni di suolo pubblico per bar e ristoranti.
Poi mette subito in chiaro che le richieste inoltrate dai titolari di attività commerciali per installare tavolini, ombrelloni e pedane restano valide. Il decreto di sospensione della quinta sezione del Tar Campania “non provocherà nessuna interruzione dei procedimenti amministrativi in essere” spiega.
Restano valide le richieste pervenute e che perverranno, relative ad occupazioni di suolo da parte dei pubblici esercizi conformi al regolamento comunale dei Dehors e all’art. 20 del Codice della Strada, ovvero nei tratti prospicienti alle attività, nelle aree pedonali urbane e nelle ZTL. “Queste occupazioni, temporanee ed eccezionali, sono già sottratte per norma nazionale al parere della Soprintendenza e alle norme edilizie”.
Il provvedimento del TAR riguarda i progetti complessi, che avrebbero consentito le occupazioni di suolo anche in aree non immediatamente prospicienti o in aree di circolazione non pedonali. Ma anche su questo l’amministrazione comunale non ha alcuna intenzione di gettare la spugna. “Sono state già date immediate indicazioni agli uffici per accettare comunque gli eventuali progetti per essere pronti al rilascio del titolo essendo materia di assoluta competenza comunale” rivendica il sindaco. “Ricordiamo che il provvedimento in questione si muove nel solco di un intervento nazionale previsto nel Decreto Rilancio – sottolinea – fortemente richiesto in sede Anci, e che consente ai Comuni, al fine di sostenere gli operatori economici, il rilascio a ’’burocrazia zero’’ e gratuità maggiori occupazioni di suolo”.
Un provvedimento che per il Tar non ha il carattere dell’urgenza tale da giustificare che venga emanata un’ordinanza. “Forse abbiamo già dimenticato la chiusura forzata del lockdown che hanno subito le attività commerciali – replicano de Magistris insieme all’assessore al Commercio, Rosaria Galiero – della ricaduta in termini di perdita di posti di lavoro, forse si sta sottovalutando il pericolo rappresentato dall’ambizione della criminalità di mettere le mani sulla parte sana dell’economia produttiva della città. Sono queste le motivazioni contingibili ed urgenti che ci hanno spinto ad utilizzare uno strumento forte come l’ordinanza, perché consapevoli che la vera pandemia che stiamo vivendo in questa fase è quella economica e sociale che non ci consente di attendere. Occorre agire subito per far ripartire la città”.
Una decisione quella del Tar (che per la seconda volta ‘boccia’ un’ordinanza dell’ex pm) che insieme “ad una serie di decreti – commenta il sindaco – rappresentano solo dei freni alle attività economiche e sociali ed anzi favoriscono paradossalmente l’eventuale diffusione del contagio”.