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Tar-de Magistris, continua il botta e risposta: “Si ricordi che è un ex giudice”

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Napoli – Si accende la polemica a distanza tra il TAR e Luigi de Magistris. Il sindaco di Napoli ha infatti attaccato ieri, in diretta su Radio Rai 1, la decisione da parte della giustizia amministrativa di annullare la sua ordinanza riguardante l’ampliamento dell’occupazione di suolo pubblico. A detta del primo cittadino napoletano infatti, il TAR avrebbe “Violato la legge”

Ebbene, la replica da parte dell’Anma, Associazione Nazionale Magistrati Amministrativi, non si è fatta attendere. “Se la sentenza non piace è polemica. In Italia ci siamo abituati, purtroppo, ma certo stupisce che una giunta retta da un ex magistrato abbia una così scarsa considerazione delle pronunce dei giudici”, ha dichiarato Luca Cestaro, segretario dell’associazione.

“Ancora una volta il Tar è stato chiamato a intervenire su una situazione quantomeno confusa sul piano amministrativo e istituzionale per giudicarla su un piano di stretta legalità senza giammai aver inteso incidere sulle prerogative dell’amministrazione che, tuttavia, deve agire in base a poteri conferiti dalla legge e nelle forme da essa disposte”.

In primo luogo – spiega ancora Cestaro la pronuncia del Tar è intervenuta a valle di uno scontro istituzionale tra Comune e Regione, con il sindaco che ha reso un provvedimento in contrasto con il provvedimento regionale e il Tar che, in sede cautelare, ha dato maggior peso alla valutazione regionale, più orientata alla tutela della salute rispetto a quella comunale. In secondo luogo, il Comune ha utilizzato un’ordinanza adottata per anticipare una deroga al regolamento comunale che avrebbe dovuto essere deliberata dal consiglio comunale che, invece, non ha concluso il suo esame e senza neppure menzionare la norma di riferimento allorché il potere di ordinanza deve essere collegato a dei presupposti specifici e non può essere atipico come ribadito anche dalla Corte costituzionale”.

Il segretario dell’Anma conclude spiegando che è necessario “rispettare l’autonomia dei giudici amministrativi, senza ulteriori forzature; dopotutto è possibile contestare le decisioni nelle forme previste dall’ordinamento”

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