Napoli – Nessuno sconto di pena per l’uomo che ha reso la vita del bomber Fabio Quagliarella un inferno. Stamattina è arrivata la conferma della condanna a quattro anni e otto mesi per Raffaele Piccolo, l’agente di polizia postale ritenuto responsabile del reato di stalking a carico, tra gli altri, proprio del celebre attaccante originario di Castellammare di Stabia e dell’artista Guido Lembo.
La condanna inflitta dal giudice di secondo grado è stata quindi accolta con favore, oltre che dalle parti civili, anche dalla pubblica accusa. In aula, infatti, nel corso della propria requisitoria il pg Stefania Buda aveva invocato la conferma della condanna di primo grado. La vicenda, consumatasi durante la permanenza del bomber in maglia azzurra, era rimasta sotto traccia per anni. Il caso è salito alla ribalta quando Quagliarella, a distanza di tempo dall’addio al Napoli, ha deciso di raccontare alle telecamere de “Le Iene” la propria odissea. Furono infatti ben venti le lettere diffamatorie di cui l’attaccante stabiese è stato destinatario nell’arco di tre anni. Missive che lo stalker aveva inviato tra l’altro anche al club azzurro e alla famiglia, con tanto di minacce rivolte ai parenti. L’agente Piccolo, stando a quanto emerso dalle indagini, fingendosi amico dell’attaccante gli prometteva il proprio aiuto al fine di riuscire a individuare il misterioso persecutore. Peccato che lo stalker fosse in realtà proprio lui. Un rapporto malato e strumentale, nascosto dietro la maschera della fiducia, il cui unico fine era quello di rendere un inferno in terra la vita dell’attaccante.
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