Napoli – “Speziale un abuso senza precedente…oggi libero, da sempre innocente!” è il messaggio che da ieri campeggia da Nord a Sud in quasi tutte le città d’Italia.
Dopo la scarcerazione di Antonino Speziale – l’ultrà catanese arrestato a soli 17 anni con l’accusa di omicidio per la morte dell’ispettore Raciti avvenuta a seguito dei tafferugli scoppiati all’esterno dello stadio Angelo Massimino nel post derby siciliano tra Catania e Palermo del 2 febbraio 2007 – tutte le tifoserie del bel Paese hanno mostrato la loro solidarietà all’ultrà catanese con l’affissione di striscioni e vessilli.
“Caso Raciti: tutti sanno la verità. Oggi è finita un’infamità! Bentornato Antonino” è il messaggio, esposto ieri dalla Curva A sul ponte della Sanità a Napoli, per Antonino Speziale da parte dei supporter azzurri.
E se per tutta Italia le dinamiche dell’arresto di Speziale, che ieri ha finito di scontare la sua pena di 8 anni e 8 mesi nel carcere di Messina, sono ancora immerse nell’ombra dei tanti dubbi suscitati sul caso negli anni, non è così per il consigliere regionale campano, Francesco Emilio Borrelli, che oggi ha criticato aspramente lo striscione esposto ieri a Napoli, come nel resto d’Italia.
“E’ apparso uno striscione abusivo alla Sanità – tuona Borrelli sui social – che solidarizza con una persona che ha ucciso un agente di polizia. Ennesima vergogna. Mi auguro che venga subito rimosso”.
Parole, quelle del consigliere campano, rilasciate difatti con la stessa repentinità con cui la Procura di Catania aveva etichettato Speziale come l’assassino di Raciti. Condannandolo di fretta e furia da minorenne, nonostante i tanti dubbi e le domande, ad oggi ancora senza risposta, sui fatti reali di quella sera di 8 anni fa.
“Con Speziale è possibile tutto e il contrario di tutto” ha spiegato all’Adnkronos l’avvocato Giuseppe Lipera, legale di Speziale che ora intende presentare istanza di revisione contro la condanna, ancora poco chiara a distanza di anni.
Per il legale dell’ultrà siciliano Raciti sarebbe deceduto a seguito di una manovra sbagliata effettuata da un Land Rover della polizia che in retromarcia avrebbe colpito l’ispettore.