Sfiducia de Magistris, M5S Italia viva e i deluchiani salvano il sindaco

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Napoli – Mancano pochi minuti all’arrivo del notaio in Consiglio comunale per convalidare le dimissioni dei consiglieri comunali.

Un atto voluto dal centrodestra, con Forza Italia in prima linea, per sfiduciare il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris e la sua amministrazione.

Mentre i consiglieri del PD dichiarano in Aula che presenteranno le dimissioni con Fi, Fdi e Lega, non firmeranno il M5S, Italia Viva e i deluchiani de La Città.

“È una sfiducia elettorale, il sindaco va fatto cadere su un atto politico serio, sui fatti. Ovvero sul bilancio di rendiconto” dice il consigliere dei Cinque Stelle, Matteo Brambilla sbandierando che ha il messaggio sul cellulare del capo di gabinetto del Comune di Napoli che assicura che non hanno i numeri sul bilancio.

“Le sentite le unghie sugli specchi” dice uscendo dall’aula il capogruppo di Fi, Stanislao Lanzotti mentre i Cinque Stelle dichiarano che non firmeranno, a meno che non siano 19.

Per lo scioglimento occorrono infatti 21 firme. Lo stesso gioco dei renziani che nei giorni scorsi avevano dichiarato che a 18 firme, allora ci sarebbero stati. “Ma che dite? Le firme sono simultanee” replica il consigliere comunale Gaetano Troncone tentando di stanare chi gioca al gatto e al topo.

“La verità – dice Lanzotti nel suo intervento – è che se nel decreto del Governo venisse approvato che i Comuni sciolti ora non vanno al voto ci sarebbero 40 firme. Prevale l’interesse personale perciò non firmate, mentre a noi non frega nulla delle strategie: vogliamo mandare questo sindaco a casa”.

Motivo per cui, annuncia, la sottoscrizione delle firme verrà lasciata ‘aperta’ per 14 giorni. “E’ un agguato politico – tuona il consigliere de La Città, Diego Venanzoni – , hai sbagliato Lanzotti sei stato politicamente immaturo. Non possiamo venire a saperlo dalla stampa”.

La pensa così anche il Pd, il partito da cui Venanzoni è uscito perché aveva un atteggiamento ambiguo, non di chiara opposizione al sindaco e che però al contrario suo, decide di firmare.

“Il metodo è sbagliato – afferma il capogruppo dem, Aniello Espositoma noi manteniamo il nostro impegno a mandare a casa quest’amministrazione”. A salvare il sindaco gli uomini di Matteo Renzi, quello per intenderci a cui de Magistris disse ‘Ca..sotto‘.

“È opportunismo della peggiore specie se non consegniamo allora anche le deleghe in Città metropolitana dove invece il Pd è alleato del sindaco” tenta di uscirne così il capogruppo di Italia Viva, Carmine Sgambati quando i dem dichiarano che si dimetteranno ponendo così fine a quel palleggiarsi tra Pd e IV la responsabilità della sfiducia.

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