Napoli – Sembravano ormai sottovuoto fino a quando stamani non hanno dato l’annuncio Sardine in giro per l’Italia dal 23 al 28 luglio. Un tour nelle regioni al voto, finanziato con la formula del crowfounding e la vendita di magliette con su stampata la frase di Fabrizio De André ‘continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai’ . “Un tour non elettorale, ma politico” sottolineano gli organizzatori. E che farà tappa anche in Campania. “Stiamo ragionando, sarà un momento di confronto per le regionali” fa sapere Antonella Cerciello, organizzatrice ed esponente napoletana delle sardine che per il momento preferisce non aggiungere altro.
Ma dove sono le sardine? Esistono ancora? Su questo il movimento locale assicura che a Napoli e in Campania ci sono e come, che sui social il movimento non è calato. Sarà, ma sicuramente in vista delle prossime regionali è spaccato. Tra chi sostiene il Pd e il candidato Vincenzo De Luca e chi proprio vuole saperne di appoggiare il Governatore e la coalizione che vede schierati candidati in netto contrasto con lo spirito del movimento. Tanto che alcune sardine sono pronte a nuotare nelle acque della lista ambientalista che vede in prima linea Stop Biocidio, Insurgencia e partiti come Sinistra italiana e Rifondazione comunista, nonché deMa.
Ma quanto contano realmente ancora le sardine? Dall’immagine di piazza Dante piena n’è passata di acqua, dalle tensioni interne con la cacciata di uno dei quattro fondatori Bruno Martirani fino all’appuntamento a Scampia annunciato in pompa magna e rivelatosi un flop con appena una decina di persone che hanno preso parte all’iniziativa.
E proprio Martirani non ha dubbi che il movimento sia abortito del tutto. “Le sardine hanno completamente mancato l’obiettivo al Sud. Non sono state catalizzatrici di nulla, non sono state fattore di unione del campo avverso alla destra, non hanno detto una parola sui temi seri del Mezzogiorno, un discorso serio sull’autonomia differenziata ad esempio o sulla mancanza di infrastrutture, risorse per il territorio e lavoro per noi giovani anche. Niente silenzio assoluto. Alcuni hanno pensato sin da subito a diventare ceto politico sulla base del fatto che avevano creato dei gruppi Facebook”.
Ed in particolare a livello locale “Non so se siano spariti o meno a Napoli – dice col tono di chi è convinto non esistano più – ma credo che il loro silenzio e la mancanza di una vera azione politica sia un po’ il segno di tempi mediocri e della loro decadenza come fenomeno politico. Personalmente, ai tempi in cui ne facevo ancora parte, ho spinto per creare l’inedita alleanza oggi al governo centro/sinistra – 5 stelle anche in Campania che speravo potesse superare De Luca per avere un candidato presentabile. Non è vero che con De Luca sarebbe stato lo stesso. Lui è un personaggio divisivo, che, se vincerà, farà di nuovo spazio a clientele e amici degli amici, invece se si fosse aperto uno spazio di discussione serio e pubblico sul tema regionali, oggi forse staremmo parlando di qualcos’altro. Anche su questo le sardine hanno fallito”.
Fallimento e affanno per le sardine che ora si trovano qui un partito che non voleva De Luca, ma dopo il boom in tempi di Covid-19 ha virato sul Governatore che tra alleanze e accordi annovera Paolo Cirino Pomicino, Ciriaco De Mita, e Flora Beneduce passata dalle liste di Forza Italia a quelle dello sceriffo. “Oggi come allora io non appoggerei mai un personaggio che fino a due anni fa prometteva fritture di pesce – commenta infine Martirani – a chi avesse votato sì al referendum costituzionale e che oggi si allea con i peggiori esponenti politici della Campania. La nostra regione avrebbe bisogno di altro, ma soprattutto di un riscatto politico e sociale che sicuramente deve prevedere un progetto politico con una visione credibile che oggi non esiste”. Come sembra non esistano più nemmeno le sardine.