San Gennaro, è miracolo. Sepe benedice la città e striglia la politica: “Fare presto, la camorra non aspetta”

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Napoli – Quando aprono la teca il sangue è già sciolto. Un segno buono, ottimo. San Gennaro compie il miracolo ed in un momento terribile per Napoli e il mondo intero fa di più. “Il sangue già sciolto é un segno di particolare predilezione di Dio attraverso l’intercessione di San Gennaro in questo momento per Napoli, per l’Italia e il mondo intero” dice emozionato il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe. Sventola il fazzoletto bianco alle 19.01 Riccardo Imperiali deputato di San Gennaro. Faccia Gialla ascolta la preghiera dei napoletani e con un buon prodigio scioglie nel sangue le lacrime di questi mesi terribili per lasciare spazio alla speranza . “C’è il dolore di chi ha perduto i propri cari e la preoccupazione di tante famiglie per un domani che appare incerto, grazie a San Gennaro possediamo una marcia in più, una riserva rassicurante. Quando sono a rischio le sorti della città e il bene comune allora interviene San Gennaro che placa il Vesuvio e libera dai contagi” ricorda il cardinale in un Duomo deserto che vede in prima fila il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris “Quante volte San Gennaro è intervenuto per proteggere la città da eruzioni,  dalle epidemie, dalla peste e dal colera. Perciò giustamente è stato detto che è l’anima vera di Napoli, che trova sempre la forza di sperare e di lottare. Una Napoli che non si è mai arresa davanti alle numerose sciagure che l’hanno colpita”.

Parole di forza e di coraggio, ma anche di ringraziamento per quelli che Sepe chiama “gli autentici santi della porta accanto”, ovvero i volontari. Tutti quelli che in quest’emergenza hanno dato una mano, portato un pasto caldo ed un sorriso ai più deboli. Grande, immenso il cuore di Napoli. “Ma c’è un’altra epidemia che mi preoccupa, lo dico pensando ai quartieri più a rischio della città, ed è il nefasto potere della camorra che in tempi di epidemia è brava a fare fortuna. Mente le saracinesche sono ancora abbassate c’è chi guadagna tempo”. Accanto alla statua del Santo Patrono il cardinale Sepe lancia l’ allarme sulla  criminalita’ organizzata che si arricchisce sulle difficoltà e sulle povertà. E che contagia “peggio di un virus la compagine civile della nostra città perché la quarantena ha fermato tutto ma  non ferma la camorra. Perciò le istituzioni facciano presto”. Poi con un gesto imprevisto, chiarendo che non ci sono assembramenti, il cardinale attraversa la navata e porta l’ampolla del Santo fuori al Duomo per benedire la città.  San Gennaro abbraccia così Napoli e il mondo intero. 

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