Napoli – Da chi ha perso qualcuno in questa guerra assurda e terribile. A chi non riesce più a fare la spesa e si affida al cuore e alle mani dei volontari. Da chi continua ad accumulare bollette e fitti sulla mensola di casa mentre il suo negozio da mesi ha la saracinesca abbassata. A chi vede migliaia di euro andare in fumo, chiedendosi se mai riuscirà a rialzarsi e a pagare i suoi dipendenti. Fino ai tanti artisti, spesso precari, che non sanno nemmeno quando rivedranno i cinema e i teatri pieni. Tutti con la loro preghiera nel cuore e la speranza aggrappata a quelle poche parole “San Gennaro mo’ pienzace tu”.
Stasera Napoli affida il domani al suo santo patrono, sperando nel miracolo più grande: quello della guarigione e della rinascita. Lo farà per la prima volta in assoluto restando a casa, attendendo col fiato sospeso davanti allo smartphone che il sangue si sciolga. Nessuna processione lungo le strade della città.
Alle 19 la liturgia per il miracolo di San Gennaro si terrà in diretta Fb e sul sito www.cappellasangennaro.it. “Da secoli ci protegge, ci conforta nei momenti più difficili e bui della storia. Mai come stavolta – c’è scritto sulla pagina Fb della Cappella di San Gennaro – la città aspetta questo momento. Stavolta più che mai spera che il sangue si sciolga”. Da sempre lo scioglimento del sangue di San Gennaro è strettamente sentito come legato al destino della città.
Quella del sabato prima della domenica di maggio è una delle tre occasioni dell’anno (oltre al 19 settembre e al 16 dicembre) in cui San Gennaro rinnova il suo legame con Napoli e il suo miracolo. Quando il sangue non si è sciolto nel settembre del 1939 è scoppiata la seconda guerra mondiale, mentre nel 1943 è stata la volta dell’occupazione nazista. Niente miracolo nel 1980, che sarà poi l’anno del terremoto in Irpinia e nel 1973, quando si diffonderà il colera.
Ora che la città vive già la sua terribile sciagura, con una pandemia che ha messo in ginocchio il mondo intero, i napoletani consegneranno nelle mani del Patrono quello che è un futuro incerto, a pochi giorni dalla fase due. Napoli ora chiede di sconfiggere per sempre un nemico invisibile chiamato Covid-19, ma anche l’enorme paura di non risollevarsi. E aspetta col cuore in mano che Faccia Gialla la ascolti.