Napoli – E’ stata la solita battaglia. I fiori non sono serviti a rendere il rapporto tra Lilli Gruber e Matteo Salvini più facile. Ma tant’è. Nemmeno il titolo della puntata prometteva granché: “Salvini e la minaccia Meloni”.
E quindi: ancora una volta, stasera, “Otto e mezzo” è stato un duello. Vissuto anche con colpi bassi. Come quando, ad esempio, Salvini ha dato appuntamento ai suoi su Instagram per raccontare quello che, nello studio televisivo, dal suo punto di vista evidentemente, non gli facevano dire.
Ma tant’è. Incalzato sulle prossime elezioni comunali nelle grandi città al voto e sull’ipotesi che Lega e Forza Italia uniscano le forze per non far spiccare il volo a Giorgia Meloni e a Fratelli d’Italia, Salvini ha rivendicato già dei risultati.
Uno dei quali a Napoli, dove, ha detto, “abbiamo Catello Maresca, un magistrato anticamorra tutto d’un pezzo, mentre dall’altra parte non so in quante parti sono spaccati”.
Chissà se questa volta l’endorsement del numero uno della Lega farà piacere a Maresca, il quale sarebbe atteso anche da Antonio Tajani per definire un minimo di strategia comune col centrodestra per tentare assieme la presa di Palazzo San Giacomo.
Fatto sta che già prima della Gruber, un altro leghista aveva lanciato oggi l’ex pm della Dda: il coordinatore cittadino Severino Nappi.
In un post su Facebook, ha scritto: “Di tutto hanno bisogno i napoletani tranne che di nuove tasse. Eppure, per dare un senso alla candidatura di Gaetano Manfredi a sindaco, la disastrosa alleanza giallo-rossa ha confezionato un patto che prevede l’invio di un commissario governativo a Palazzo San Giacomo e soprattutto l’imposizione di nuove tasse per i cittadini. Un prezzo salatissimo per la città. Inaccettabile”.
“Dopo trent’anni di chiacchiere e bandane, la città non merita un ulteriore colpo di questo tipo. Se davvero si vuole dare sostegno ai Comuni in difficoltà, ci aiutino a eliminare i paletti che impediscono la gestione efficace delle nostre città ai sindaci, ovviamente a quelli competenti e onesti”.
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