NAPOLI – Dove si sta andando a parare nella partita del crac da scongiurare per Napoli? Il Sole 24 Ore di stamattina offre punti fermi importanti dicendo che gli aiuti ai grandi Comuni coi conti in rosso saranno varati dall’esecutivo Draghi in due mosse.
La prima, si legge nell’articolo di Gianni Trovati, “attua un correttivo salito in corsa sulla legge di conversione del decreto fiscale che approda domani in conferenza Stato-Città per distribuire 150 milioni fra Napoli (a cui spetterebbero 85,2 milioni, ndr), Torino, Palermo e Reggio Calabria”.
La seconda mossa, invece, sempre secondo il giornale di Confindustria, “si sta facendo largo nei correttivi governativi alla legge di bilancio attesa in queste ore al Senato e allungherà il sostegno statale in un’ottica pluriennale in cambio di un piano di riequilibrio per alzare le entrate, rilanciare la riscossione e riordinare le spese e le società partecipate”.
Ed è proprio qui – sulle società partecipate – che casca l’asino preannunciandosi proprio sul fronte napoletano uno dei nodi politici più complicati.
Già con il ddl Concorrenza, infatti, il governo Draghi ha avvisato gli enti locali che la strada maestra per avere società partecipate efficienti e servizi all’altezza nelle città è una sola: la privatizzazione.
Si dà il caso, però, che mentre a Roma i partiti della maggioranza di Super-Mario si sono detti d’accordo su questa strada da percorrere, a Napoli c’è stata una levata di scudi quasi bipartisan per difendere le aziende partecipate (che sono un colabrodo a fronte di pessimi servizi) tenendole lontane dal mercato.
L’ultimo consiglio comunale non ha dato in tal senso indicazioni che fanno sperare in un futuro diverso o quantomeno in una discussione lontana dalla demagogia. Anzi: sui giornali è emerso il caso delle assunzioni nell’azienda trasporti e in Asìa che non ha fatto altro che scoperchiare quello che sarebbe l’ennesimo caso di gestioni quantomeno discutibili. Il capogruppo del Pd Aniello Esposito, ad esempio, è finito nell’occhio del ciclone perché in aula è intervenuto affinché i precari di Anm siano stabilizzati. Ma si è fatto notare che tra di loro c’è sua figlia.
Questo mentre dall’opposizione, a nome di Catello Maresca, si è sottolineata più che altro solo la necessità di cambiare il management delle aziende che fanno capo a Palazzo San Giacomo, senza però indicare formule di governance diverse.
In questo scenario, il sindaco Manfredi si è detto preoccupato solo di dare ai napoletani servizi efficienti mantenendosi laico di fronte ai modi per arrivarci: sa che, per avere gli aiuti più sostanziosi da Roma, prima o poi, si andrà a parare proprio su questo nodo, il nodo-partecipate.