Napoli – Presunte tangenti all’ombra della Sma Campania, il consigliere regionale Luciano Passariello squarcia il muro di silenzio per iniziare a difendersi dalle accuse. Nessun “passo indietro, piuttosto passi in avanti. Il mio nome è stato accostato ai Casalesi e forse qualcuno dimentica che mio fratello è stato ammazzato proprio dai Casalesi. C’è stato un macello mediatico contro la mia persona. Mi hanno chiamato macellaio, trafficante di rifiuti. È inesistente e falso. Chi deve pagare pagherà”. L’esponente di Fratelli d’Italia annuncia che per l’inchiesta giornalistica di Fanpage sulla Sma Campania, la società in house di Palazzo Santa Lucia che avrebbe dovuto curare un appalto nel settore dei rifiuti, non ingoierà “il rospo” come accaduto per altre due vicende giudiziarie dalle quali è uscito assolto: “Questo è soltanto millantato credito, nulla di più”.
Nel video girato dall’ex pentito di camorra Nunzio Perrella, impegnato per anni nel traffico di rifiuti e che si è finto nuovamente imprenditore del “settore” intenzionato a riprendere tutti i suoi affari illeciti, il nome di Luciano Passariello viene fatto da uno stretto collaboratore del consigliere FdI, Agostino Chiatto, che promette l’assegnazione di un gara per il trasporto di fanghi per conto di Sma in cambio di una percentuale sul prezzo finale. Chiatto lascia intendere che quei soldi servono anche a dare una mano a Passariello per la campagna elettorale delle politiche 2018.
Ma oggi Passariello prende con fermezza le distanza dal suo ex sottoposto: “Chiatto non è più nella mia segreteria dal 17 febbraio 2017. Oltretutto io non c’entro niente con la Sma, sono un consigliere regionale, non ho alcun potere. E lo dice, nel video, anche l’amministratore”. Il manager in questione è il commercialista Lorenzo Di Domenico che, come spiega lo stesso Passariello, cura la sua famiglia dal 2003: “Io sarei coinvolto perché Di Domenico è il mio commercialista? È capitato che durante le perquisizioni a casa la finanza ha preso anche il 730 di mia madre. Perché Di Domenico dal 2003 è il mio commercialista e lo conosco come tale». Quanto all’inchiesta della Procura, Passariello riferisce che sono stati acquisiti tutti documenti ufficiali, nulla di diverso è stato trovato sia in casa che negli uffici. «Nessun incontro – ribadisce poi il consigliere regionale che presiede la commissione consiliare sulle partecipate regionali – non ho mai visto questi finti imprenditori, giornalisti mascherati. Mai e nessuno mai mi ha chiesto di incontrarli”. L’ultima considerazione viene poi riservata all’influenza che l’inchiesta di Fanpage e quella giudiziaria possano aver avuto sulle elezioni: “Quando tutto sarà finito – dice – qualcuno dovrà pagarne le conseguenze. Fratelli d’Italia rispetto alle comunali ha triplicato i voti nel mio collegio, non so immaginare cosa sarebbe successo se non ci fosse stata quest’inchiesta”.