Napoli – Nove anni e mezzo, ci sarebbe da farci un film, un film tragicomico. Tanto è durata la narrazione del “Lungomare liberato”, la chiusura alle auto di via Partenope che ha rappresentato il simbolo dell’amministrazione comunale di Luigi De Magistris. Da questa mattina in via Partenope sono tornate le auto, perché i crolli hanno provocato la chiusura della Galleria Vittoria, in entrambi i sensi di marcia. Marcia, come la città, questa Napoli dilaniata dalla approssimazione amministrativa, abbandonata a se stessa da una giunta, anzi due, anzi centomila (De Magistris in nove anni e mezzo ha cambiato un numero di assessori ormai infinito) che andranno a collocarsi ai primissimi posti nella classifica delle peggiori amministrazioni comunali che Napoli abbia mai avuto.
Apre alle auto il “Lungomare liberato”, una settimana dopo le elezioni regionali, quelle che hanno di fatto sancito la fine dell’esperienza politica di De Magistris e dei suoi accoliti. Neanche uno, su 50 consiglieri regionali, fa riferimento al sindaco di Napoli: il segnale evidente che il suo consenso, in città, non esiste più. I centri sociali che hanno costituito il suo braccio operativo, e che poi hanno avvitato le loro rivoluzionarie terga su morbide e ben pagate poltrone di governo e sottogoverno cittadino, sono alla ricerca di un salvagente politico per non scomparire del tutto. Le altre componenti della coalizione che ha sostenuto il sindaco sono allo sbando. Solo l’assenza di una opposizione degna di questo nome ha consentito a De Magistris di restare ancora in sella, mentre le elezioni comunali incombono, e la potenza elettorale di Vincenzo De Luca consentirà al neorieletto presidente della Regione di avere la golden share sul futuro primo cittadino.
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