Napoli – Niente sconti a nessuno. «La richiesta che vi faccio è di prendere questi 15 giorni tremendamente sul serio. Il Pd è l’unico argine agli estremisti, quelli in camicia verde e quelli che stanno sul blog». È un Matteo Renzi in grande spolvero, quello intervenuto stasera all’evento dem al Teatro Sannazaro di via Chiaia, a Napoli.
«C’e’ della ridicolaggine da parte di chi pretende di darci lezioni di onestà dall’alto di un partito fondato da un pregiudicato», sbotta il segretario del Pd mettendo nel mirino il M5S, «un partito di ex onesti che sta mostrando lo squallore delle sue bugie. Per 23 milioni di euro che hanno restituito in 5 anni… La legge del finanziamento pubblico ai partiti con un voto in Parlamento è stata cancellata, Bersani nel 2010 per il Pd prendeva 60 milioni e noi oggi zero. Non discuto sia giusto o no. Ci sono dipendenti in cassa integrazione. Ma se ragioniamo in termini di chi ha restituito di più non voglio fare lotte nel fango su questi temi, ma se i 5 Stelle offendono il mio popolo dicendo di essere loro gli onesti ho il dovere di dire che la stragrande maggioranza delle persone è onesta. C’è qualcuno che fa il furbo? Lo vedremo. È la stessa cosa che stanno facendo i 5 Stelle».
Quanto al tema dell’immigrazione, altro fronte rovente di questa campagna elettorale, Renzi non ha dubbi: «Io sono sulla linea Minniti, sono per affrontare la questione in partenza in Africa, ma sono orgoglioso di aver salvato migliaia e migliaia di vite con la guardia costiera. Se sono in mare, io italiano lo salvo». Il segretario dem riserva poi l’ultima bordata all’ex cavaliere: «Berlusconi è straordinario nella sua monotonia, la stessa scrivania, lo stesso studio, giusto qualche capello in più. Berlusconi ha aumentato i capelli, noi abbiamo aumentato i posti di lavoro, ognuno aumenta quello che può. Auguriamo anche a Berlusconi che i capelli siano a tempo indeterminato. Ci muove il desiderio profondo di combattere centimetro dopo centimetro per essere il primo gruppo parlamentare di questo Paese. Non siamo quelli che si accontentano quando hanno votato i sondaggisti, loro hanno già votato. Ora tocca ai cittadini».
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