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Se la realtà è scadente (5 miliardi di volte scadente), ci vuole la mano di Draghi

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NAPOLI – Tutti presi dal red carpet allestito ieri sera a Chiaia per “E’ stata la mano di Dio”, si può dire, citando una battuta del film di Paolo Sorrentino a cui il sindaco e la giunta sono stati invitati per la prima, che “la realtà è scadente”. E che c’è un solo Maradona che può risollevarla: Mario Draghi.

Gira e rigira, per non affogare nei 5 miliardi di rosso di Palazzo San Giacomo è nel premier che bisogna confidare. E nella super maggioranza che lo sostiene in Parlamento.

Ancora oggi, quindi, il giorno dopo l’approvazione del bilancio consolidato, sono partite le danze per stare in cima ai suoi pensieri. Tanto più che nella sala dei Baroni, ora, è rappresentata anche la Lega con Rosaria Borrelli. E il Carroccio, con il parlamentare napoletano Gianluca Cantalamessa, si è detto già pronto a fare la sua parte. 

E comunque: dopo aver ripetuto in aula che c’è bisogno di tutti, l’assessore Pier Paolo Baretta, su Facebook, stamattina ha confidato che proprio vedendo in anteprima il film che si candida all’Oscar, ha trovato un esempio di “chi sa guardare avanti e ripartire”.

“Napoli ha voglia di futuro”, ha esclamato l’uomo al Mef di Manfredi

Il quale, oggi, pure ha fatto il suo per la quotidiana moral suasion affinchè il governo centrale trovi la formula più generosa possibile per, se non cancellare, almeno calmierare il debito monstre lasciato in eredità da De Magistris e chissà quant’altri prima di lui. 

Il sindaco, infatti, a Palazzo San Giacomo, ha avuto un lungo incontro con Mara Carfagna, la ministra per il Sud. E ha detto: “C’è la disponibilità a dare una risposta alla città. Napoli è troppo importante per essere abbandonata al suo destino. E’ un anello fondamentale per far ripartire l’Italia. Sono fiducioso che nei prossimi giorni si trovi, dal punto di vista tecnico, la soluzione migliore che ci consenta di far ripartire con piene capacità di sviluppo la nostra città”.

E la Carfagna: “Siamo intenzionati a mettere da parte le conflittualità che in passato hanno compromesso i rapporti tra l’amministrazione e il Governo. Concordiamo con il sindaco sulla necessità di avviare una nuova fase e lavorare nell’interesse della città”.

In soldoni che significa? Innanzitutto che il Governo sta lavorando “per fornire, entro il 31 dicembre, attraverso il Pon Governance, ulteriori 500 profili tecnici per irrobustire le pubbliche amministrazioni del Sud”. Il tutto, evidentemente, per cercare di “mettere a terra”, come si dice, qualche progetto con i soldi del Recovery. 

E poi: “Si parla tanto di Patto per Napoli. Nell’ambito delle mie competenze, il patto è stato siglato per tre grandi progetti di sviluppo: la riqualificazione ambientale e urbana di Bagnoli, la restituzione alla città dell’Albergo dei Poveri e un progetto di sviluppo, da finanziare con il contratto istituzionale di sviluppo modello Terra dei Fuochi, dell’area che va da Napoli est a Pompei”.

Nelle stesse ore, a Montecitorio, sollecitata nel corso del question time, di Napoli ha parlato anche un’altra ministra: quella dell’Interno Luciana Lamorgese: “La grave situazione finanziaria del Comune di Napoli è all’attenzione del governo e ogni iniziativa, anche normativa, verrà effettuata con il necessario coinvolgimento dell’amministrazione comunale. Ciò nella piena consapevolezza che napoli rappresenta un polo di straordinaria importanza per il Paese, il cui valore strategico si evidenzia nell’attuale fase di rilancio connessa all’attuazione del Pnrr e al ruolo in cui in tale contesto sarà chiamato il Mezzogiorno”. 

“E’ tempo di guardare al futuro”, dice, ad un certo punto, una protagonista del film al giovane Sorrentino/Fabietto. Come vorrebbe sentirselo dire, un pò come è capitato al neo sindaco di Roma Roberto Gualtieri, anche Gaetano Manfredi. Da Mario Draghi in persona: ci vuole la sua mano. 

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