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Rapina horror a Posillipo, il grido di Decibel Bellini: «Non lasceremo mai Napoli» 

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Napoli – A “bocce ferme” è il momento dei ragionamenti, di tirare le somme senza cedere il passo alla rabbia cieca. Daniele, alias “Decibel”, Bellini, celebre speaker dello stadio San Paolo, nonostante la terrificante rapina di cui è stato vittima due notti fa a Posillipo sceglie la strada della tranquillità. E con un messaggio lanciato sui propri social avverte i tanti delinquenti che ancora infestano la città: «Mi dispiace per voi, ma Napoli siamo noi e non ce ne andremo mai».
 
Parole chiare, che lasciano intendere come il noto speaker del Napoli si sia già messo alle spalle il raid della scorsa notte. Bellini, sua moglie e i loro due bimbi piccoli sono stati infatti rapinati, sotto la minaccia di una pistola, mentre rientravano nella loro abitazione di via Posillipo. Ma quei momenti di puro terrore sembrano essere già acqua passata: «Quando ero piccolo non eravamo ricchi – ricorda il 39enne – Tante cose che i bambini avevano, per me erano solo un sogno. Giocattoli belli, vestiti firmati, il motorino: mai avuti. Ero ricco in un altro modo; avevo una casa, anche se ho dormito in cucina sul divano letto per un anno e mezzo, ma avevamo da mangiare e un tetto. Questo bastava a me e mia sorella. Ho sempre voluto essere indipendente e ho sempre lavorato per avere quella libertà che i miei non potevano darmi. Sono sempre stato concreto non ho mai posseduto gioielli oppure orologi costosi, non li ho mai neppure desiderati in realtà». Ma Decibel Bellini aveva già da piccolo un’ambizione irrefrenabile: «Ho sempre avuto un sogno sin da quando ero bambino nella periferia della provincia. Cioè, non solo ero in provincia, ma vivevo pure in periferia.  Mi dicevo “un giorno tu vivrai a Posillipo”. Era come una meta da raggiungere, come un modo per uscire da quella condizione che mi aveva accompagnato sin da bambino. Vivere svegliandomi guardando il mare. Quando due anni fa abbiamo trovato questa casa in affitto per me è stato un sogno. Finalmente una cosa che avevo in mente sin da bambino l’avevo realizzata». La scorsa notte però qualcosa è andato storto: «Qualcuno ha provato a spezzare quel sogno facendoci svegliare in un incubo fatto di pistole e cattiveria. Mi dispiace per voi, Napoli siamo noi e non ce ne andremo. Mai», è l’avvertimento conclusivo. Le indagini sull’episodio intanto vanno avanti e gli investigatori che lavorano al caso non escludono che il raid possa essere maturato nell’ambito delle ultime tensioni tra la tifoseria organizzata e il club azzurro.
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