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Questura di Napoli, è il giorno di Giuliano: «La lotta alla mafia sarà un lavoro collettivo»

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Napoli – Il grande giorno è arrivato, Alessandro Giuliano, figlio dell’indimenticato Boris, è il nuovo questore di Napoli. «I poliziotti fanno parte di una città, devono tener conto ogni giorno di cosa le persone sentono, avvertono, questo al di laà dei propri compiti più strettamente giuridici e professionali».
 

Sono state le prime parole da numero uno di via Medina che Giuliano, ricordando il padre Boris Giuliano, capo della squadra mobile di Palermo assassinato dalla mafia nel 1979, ha pronunciato stamattina incontrando la stampa locale. «È uno degli argomenti di cui non amo parlare», ha poi subito chiarito Giuliano. A chi gli ricorda una delle pochissime interviste che ha rilasciato sull’argomento dove, tra l’altro, diceva che il padre ha lasciato due insegnamenti – che si può essere poliziotti e uomini e di fare il proprio dovere fino in fondo – risponde che «sì, un poliziotto deve essere ogni giorno calato nella realtà che lo circonda e deve essere tra le persone». E a chi gli chiede se a qualunque costo, risponde sicuro: «Certo, a qualunque costo».

 

Alessandro Giuliano si è dichiarato «davvero onorato» di essere il questore di Napoli e al suo primo giorno mette subito in chiaro un concetto: «Sono realmente convinto che un questore non debba abbandonarsi a riflessioni, analisi su temi complessi. La criminalità mafiosa? Non credo possa essere risolta con ricette e formule semplici, abbiamo i piedi per terra. È un tema complesso da affrontare in maniera seria, con il lavoro. Si deve lavorare come è stato fatto fino ad ora. Serve un impegno collettivo e corale contro la criminalità organizzata, su questo ci saremo sempre. Ci vuole un grande impegno di tutti – conclude – delle istituzioni, della città, delle municipalità, degli enti locali, di ogni realtà laica, religiosa, di chiunque possa continuare ad affrontare sotto un profilo multidisciplinare un tema così complesso».

 

Alessandro Giuliano, 52enne di Messina, da giovane funzionario viene assegnato all’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Milano, dove ha prestato servizio dal 1990 al 1992. Successivamente ha ricoperto il ruolo di funzionario addetto al Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato. Dal 1997 diviene responsabile della Sezione Catturandi della Squadra Mobile di Napoli. Dal 1999 al 2016 dirige la Squadra Mobile di Padova e quindi quella di Venezia e di Milano. È questore di Lucca dal 2016 al 2017, per poi diventare Direttore del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato. Da oggi parte la nuova sfida, quella forse più difficile.
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