Home Napoli Quella destra “texana” di Napoli che vota per il comunista Bassolino

Quella destra “texana” di Napoli che vota per il comunista Bassolino

Tempo di lettura: 3 minuti

NAPOLI – Questa mattina, l’editoriale in prima pagina di Antonio Polito sul Corriere della Sera, iniziava con questa domanda: “La destra del futuro sarà texana?”. A Napoli, in vista delle prossime elezioni comunali, ci si potrebbe anche chiedere la destra dura e pura, compresa quella no green pass, no mask e no vax – quella, appunto, di stampo texano – per chi, tra i candidati sindaco, è pronta davvero a spendersi.

Perchè non solo Amedeo Laboccetta, il presidente di Polo Sud, nonchè volto storico della destra partenopea. Non solo Alessandra Mussolini. Non solo l’ex ministro di Berlusconi Giuliano Urbani. Non solo loro hanno dichiarato apertamente di nutrire simpatia per Antonio Bassolino, anzichè per il candidato del centrodestra Catello Maresca.

Ma, nel sottobosco della destra napoletana, si muovono in tantissimi per l’ex sindaco con una storia comunista di cui va orgoglioso.

Ciò che spunta sui social è solo la punta di un iceberg di un mondo letteralmente in subbuglio. Di cui, alcuni gruppi, come quello vicino a CasaPound, fin dall’inizio avevano avvisato: “Non voteremo mai Maresca”. E infatti, coerentemente, a costo di votare un uomo della sinistra, nato, cresciuto e vissuto nel Pci come Bassolino, così faranno.

Certo, comunque, fa una certa impressione leggere, ad esempio, Pietro Lauro, consigliere di Municipalità uscente in quota Fratelli d’Italia, dopo la cancellazione della lista del partito della Meloni al Vomero, annunciare su Facebook di sostenere Bassolino. E’ lo stesso Lauro con un passato alquanto turbolento alle spalle che lo vide anche protagonista di un vivace scambio di opinioni con Jorit, lo street artist dei murales con i volti segnati.

E comunque: Bassolino è vero che ripete spesso che chiede il voto sia a chi si sente di destra che a chi si sente di sinistra perchè oltre ad essere “un uomo di sinistra” a 74 anni è anche e soprattutto “uomo delle istituzioni”. E’ vero che ha deciso di candidarsi sindaco di Napoli il 13 febbraio scorso, poggiando la mano sulla bara di Paolo Isotta, il musicologo intellettuale di destra. Però non per questo fa pensare di meno il fatto che anche dalla Lega – o, quel che ne rimane della Lega a Napoli – gli si promettano voti.

Girano dei messaggi su WhatsApp di ex candidati della lista ‘Prima Napoli’, la lista leghista bocciata dalla commissione elettorale per irregolarità al momento della presentazione, in cui si legge che “per strategia politica, si è deciso di votare la lista civica ‘Bassolino per Napoli'”. 

Come dire: al di là degli schieramenti e delle logiche politiche, vale solo una regola per le elezioni: il nemico del mio nemico è mio amico. La destra del futuro, a Napoli, se non texana, rischia di essere bassoliniana (anche se oggi, alla Fondazione Banco di Napoli, come testimonia la foto, l’unico ad ammiccare al mondo no-mask è stato Maresca). 

Exit mobile version