Napoli – Da una parte il professore di matematica che dispensava buoni voti chiedendo però in cambio qualcosa, dall’altra una delle due vittime che, sentendosi tradita dal docente-amante, ha iniziato a raccontare tutto, attirando prima l’attenzione degli altri docenti e della preside del Liceo Gian Battista Vico di Napoli, poi denunciando tutto ai carabinieri, dando il via alle indagine della sezione “fasce deboli” della Procura partenopea.
Continuano ad emergere particolari raccapriccianti sulla vicenda che nei giorni scorsi ha portato agli arresti domiciliari il professore napoletano accusato di presunti abusi sessuali su due studentesse all’epoca dei fatti 15enni. Rapporti consenzienti ma punibili a norma di legge proprio a causa della giovane età delle due ragazzine.
Il professore, 53enne sposato con figli, era già stato trasferito da diversi mesi in un’altra scuola, in attesa del corso della indagini partite dalla denuncia di una delle due studentesse coinvolte, sentitasi presa in giro dal docente dopo aver letto dal cellulare di una compagna di classe le conversazioni che quest’ultima intratteneva con l’uomo. Stesso approccio, stesse parole, stessi atteggiamenti, a testimonianza che il professore faceva così anche con altre allieve e non solo con lei. Un “tradimento” che la ragazzina ha raccontato ad altri docenti e compagni di classe, prima di essere convocata nell’ufficio di presidenza.
Sulla vicenda si era già mosso l’Ufficio Scolastico Regionale della Campania, guidato da Luisa Franzese, che ha avviato una indagine interna inviando gli ispettori. Docenti e collaboratori scolastici continuano a descrivere il professore come una persona perbene, seria e professionale. Ma c’è un ultimo particolare sul quale sono in corso accertamenti. Una delle ragazzine coinvolte aveva diverse insufficienze nelle altre materia ma un “7” in matematica. Agli inquirenti ha raccontato che il docente chiedeva qualcosa in cambio di voti.