Perché le primarie a Napoli le vogliono Italia Viva, Verdi (e De Luca)

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NAPOLI – Italia Viva e Verdi tornano alla carica: a Napoli vogliono le primarie per scovare il candidato sindaco del centrosinistra.
Renziani e ambientalisti giurano di volerle fino a quando “non sarà ufficializzata una nomination unitaria”. Quella dell’ex rettore della Federico II Gaetano Manfredi, per intenderci: nome gradito anche al Governatore Vincenzo de Luca.

In una nota che hanno firmato assieme la coordinatrice cittadina di Italia Viva, Graziella Pagano, e la portavoce dei Verdi al tavolo del centrosinistra allargato al Movimento 5 Stelle, Fiorella Zabatta, la mettono così: “Nelle elezioni amministrative delle altre grandi città italiane, le primarie si stanno valutando senza pregiudizi”.

In passato, a Napoli, sono state un guaio all’insegna di notti dei lunghi coltelli, monetine distribuite davanti ai seggi e file di cinesi? “Tutto ciò non deve costituire un ostacolo o un impedimento a priori rispetto a uno strumento democratico che ha sempre coinvolto i cittadini nelle scelte e ha escluso la possibilità di accordi blindati chiusi in segrete stanze”.

E’ in questo passaggio che Pagano e Zabatta svelano l’incubo loro e del Governatore De Luca: Roberto Fico.
La nomination del presidente della Camera farebbe contenti pentastellati e la parte del Pd più vicina alle posizioni di apertura al mondo grillino, personificata a Napoli dal segretario Marco Sarracino. Ma sarebbe vissuta come un attacco al suo potere dal numero uno di Palazzo Santa Lucia, al quale entrambe – Pagano e Zabatta – sono vicine nella partita per le prossime amministrative di Napoli (e non solo).

E quindi. Pagano e Zabatta giurano di voler andare fino in fondo: “Le primarie le sosterremo con convinzione: preannunciamo già la partecipazione di nostri candidati”. Vale a dire l’ex sottosegretario Gennaro Migliore e il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli.

Sta di fatto che il resto del centrosinistra, quello che si sente pronto a giocare la partita nella partita tenendo testa a De Luca almeno a Napoli, continua a dirsi convinto che il nome unitario è possibile. E che, a questo giro, il centrosinistra riuscirà a mettere le primarie in un cassetto.

Peppe Ossorio dei Repubblicani Democratici (“Le primarie comporterebbero impasse e frammentazione”), Michele Tarantino del Psi (“Le primarie servono solo ad alcuni per alimentare polemiche”), Francesco Dinacci di Articolo Uno (“Le primarie ora rappresentano una soluzione inadeguata”) cantano in coro, quindi.

Con loro, la segreteria cittadina del Pd con Pasquale Esposito, responsabile enti locali: “Davanti alla pandemia, se la nostra risposta sono le primarie – ragiona l’uomo di Sarracino, il segretario che nei prossimi giorni incontrerà Letta per dare la svolta definitiva al tavolo del centrosinistra napoletano – rischiamo di uscire dalla storia. Per questo, preferiamo una discussione, anche dura e serrata, con tutti i nostri alleati affinchè si arrivi quanto prima a un programma e a una candidatura unitaria”.

Per ora, ad esserci sicuramente è “la discussione dura e serrata”.

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