Napoli – Mattinata di fuoco per il presidente della Regione Vincenzo De Luca. Il governatore della Campania, impegnato all’inaugurazione del reparto di Urologia dell’ospedale di Pozzuoli, è stato infatti oggetto di una durissima contestazione da parte di alcuni contestatori appartenenti ai centri sociali di Napoli. Un copione al veleno che è andato in replica anche durante l’ispezione all’impianto Stir di Giuliano.
A entrare in azione una trentina di militanti del centro sociale Insurgencia, che a Pozzuoli hanno letteralmente lanciato alcuni sacchetti di rifiuti contro il presidente della Regione, che all’ospedale Santa Maria delle Grazie stava prendendo parte, insieme ad altre istituzioni locali, all’inaugurazione del nuovo reparto di Urologia. I manifestanti, pur con qualche difficoltà di troppo, sono stati poi allontanati dai poliziotti dei commissariati di Pozzuoli e Giugliano in Campania. Sul posto sono arrivati a dare manforte anche i reparti mobili della polizia e dei carabinieri. «Abbiamo lanciato al governatore sacchetti di rifiuti, gli stessi con i quali pensa di gestire prebende e clientele in Campania, come ha mostrato l’inchiesta “Bloody Money” di Fanpage», commentano in una nota gli attivisti dei comitati Stop Biocidio e Laboratorio Insurgencia, protagonisti della contestazione di stamattina nella città flegrea.
Proteste che erano già ripetute poco prima anche all’esterno della zona Asi di Giugliano. Il presidente De Luca si trovava allo Stir per l’avvio della rimozione di un nuovo lotto di ecoballe dall’area. Gli attivisti di Potere al Popolo e dei comitati Stop Biocidio e Insurgencia si sono riuniti all’ingresso della zona industriale esponendo uno striscione con scritto: “#stopbiocidio, 24 marzo tutti in piazza #jatevenn”. Alcuni di loro hanno tra l’altro esposto dei sacchetti di spazzatura sui quali era stata impressa la foto del governatore e del figlio Roberto De Luca.
Il presidente Vincenzo De Luca, dal canto suo, tiene il punto e taglia corto: «Non ci facciamo impressionare ed intimidire da queste imbecillità. Verranno querelati per diffamazione. Queste sono azioni di plebeismo e camorrismo. Tentativi di sabotaggio del nostro lavoro, messe in atto per fare provocazione. Ho già detto a questi signori che se vogliono fermarmi devono spararmi alla testa».
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